L’Italia è diventata il primo Paese a superare i 100.000 decessi per COVID-19. “Un lakh morti sono un lakh tragedie”, dice un editoriale emozionato Corriere dela Serra.
Esattamente un anno fa, l’Italia è diventata il primo Paese al mondo ad andare in isolamento totale per prevenire la diffusione del Coronavirus. Il 9 marzo 2020, a più di 60 milioni di persone è stato ordinato di restare a casa.
L’epidemia era agli inizi, ma gli ospedali della ricca Lombardia settentrionale non erano più in corsa. Finora è stata la regione italiana più colpita, con quasi 30.000 vite perse. È stata seguita da Emilia-Romagna e Veneto.
Come molti paesi europei, la situazione in Italia si sta deteriorando. Il numero di infezioni settimanali è aumentato del 30%.
A Roma si parla molto di restrizioni severe, ma i funzionari ritengono che il vaccino farà la differenza. I funzionari vogliono che decine di milioni di persone vengano vaccinate ogni mese il mese prossimo.
“Un lakh morti sono un lakh tragedie. Come italiani che hanno affrontato qualcosa di completamente inaspettato e senza precedenti come questa epidemia, a volte abbiamo reagito in modi opposti.
L’autore sottolinea che l’Italia non ha avuto così tanti morti – 700.000 in un anno tranquillo. Dall’inizio dell’epidemia, ci sono stati 108.000 decessi in più rispetto alla media pre-epidemia, il che è coerente con i dati COVID-19.
“Queste centinaia di migliaia di morti sono molti dolori privati; ma tutto questo insieme è un grande dolore pubblico, un grande dolore nazionale”, ha detto l’editoriale.
Sono elencati i nomi di alcune delle persone dall’Italia che hanno perso la loro battaglia con il virus. Il rapporto emotivo della figlia del contadino di 77 anni, che è stata infettata dal virus corona ed è morta per prima.
“Adriano Travison non è un numero, non è la prima vittima italiana del coronavirus, non è il nome e il cognome sui giornali. Adriano Trevison è mio padre. È il padre dei miei fratelli Vladimiro e Angelo. Lo è. il marito di mia madre Linda, scriveva allora Vanessa.
“Poi vennero i giorni terribili, in cui i morti arrivarono quasi a mille, e i giorni difficili non erano finiti”, dice un articolo sulla stampa italiana.
Autore: G.M.
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