Max Civiltà
Stampa TV, Roma
I tassisti sono in sciopero a livello nazionale contro i piani del governo di deregolamentare il loro settore. L’azione sindacale è stata indetta da una serie di sindacati che rappresentano i tassisti contro l’articolo 10 del disegno di legge sulla concorrenza, legato alle riforme che l’UE richiede in cambio del Fondo nazionale per la ripresa e la resilienza dell’Italia post-Covid.
Gli unionisti affermano che le restrizioni aprono i conducenti di taxi alla concorrenza sleale dei servizi di condivisione di corse basati su Internet. Lunedì, una protesta indetta dai sindacalisti nella centrale piazza Venezia di Roma ha interrotto la circolazione e gli autobus nella capitale italiana.
La manifestazione si è conclusa con uno scontro con la polizia. Decine di migliaia di tassisti si sono radunati martedì nel municipio di Roma per chiedere alle autorità locali di schierarsi dalla loro parte. Le proteste si sono svolte anche a Milano e in altre città italiane.
Come i tassisti di tutta l’Unione Europea, i tassisti italiani con licenza hanno protestato da quando i servizi di noleggio privati come Uber sono entrati in scena nel 2014. Da anni va avanti una serie infinita di scioperi e proteste contro la liberalizzazione del settore.
Le tensioni all’interno dell’ampia coalizione che sostiene il governo del primo ministro Mario Draghi sono state a lungo alte sul disegno di legge sulla concorrenza. Tuttavia, una spaccatura nel Movimento Cinque Stelle, un tempo anti-establishment, sull’abbraccio del ministro degli Esteri Luigi Di Maio alle opinioni pro-mercato di Draghi ha calmato le acque agitate della politica italiana.
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