Febbraio 24, 2025

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I finanziamenti dell’UE post-Covid “chiaramente un problema” per l’Italia, afferma il ministro

I finanziamenti dell’UE post-Covid “chiaramente un problema” per l’Italia, afferma il ministro

ROMA, 11 luglio (Reuters) – Il ritardo dell’Italia nel ricevere prestiti e sovvenzioni dal fondo post-Covid dell’Unione europea è “chiaramente un problema”.

Giorgetti ha detto che il governo per ora sta gestendo la situazione, confermando i piani per mantenere il deficit di bilancio su una tendenza al ribasso nonostante un inizio anno deludente.

L’Italia riceverà 191,5 miliardi di euro (210,76 miliardi di dollari) in sovvenzioni e prestiti a basso costo fino al 2026 dal Fondo europeo per la ripresa e la resilienza (RRF).

Ma il governo è in ritardo nello spendere i soldi che ha già ricevuto e nel raggiungere “obiettivi e pietre miliari” nel rilasciare nuovi pagamenti.

Roma attende ancora una terza tranche da 19 miliardi di euro, legata a decine di obiettivi da raggiungere nella seconda metà del 2022, tra cui la realizzazione di 7.500 dormitori per studenti.

“Credo che queste risorse verranno distribuite, se non arrivano i finanziamenti Ue sarà un problema”, ha detto il ministro.

Il fabbisogno di finanziamento aggregato del settore pubblico (SSBR) meno il disavanzo del settore pubblico si è attestato a 95 miliardi di euro alla fine di giugno, in aumento di 50 miliardi di euro rispetto allo scorso anno.

In aggiunta alla sfida, Roma non è riuscita a rispettare una scadenza di giugno fissata per “obiettivi e pietre miliari” più designati che farebbero scattare altri 16 miliardi di euro da sbloccare entro la fine dell’anno.

“Stiamo monitorando (i fondi pubblici), abbiamo degli obiettivi e li raggiungeremo”, ha detto Giorgetti, ribadendo che il Tesoro non ha in programma di modificare la propria guidance sull’emissione di titoli sovrani a medio-lungo termine nel 2023.

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Quest’anno, il governo del primo ministro Georgia Meloni punta a un deficit di bilancio del 4,5% del prodotto interno lordo (PIL), quasi dimezzando la cifra dell’8,0% dello scorso anno.

Dopo essere sceso al 3,7% del PIL l’anno prossimo, il deficit potrebbe vedere un ritorno al tetto del 3% dell’UE nel 2025.

($ 1 = 0,9086 euro)

Montaggio di Gavin Jones e Christina Fincher

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