BERLINO – Se c’è qualcuno che da anni si batte per esportare il cinema italiano all’estero, è senza dubbio Tiziana Rocca, che partirà da Hollywood tra pochi giorni, il 26 febbraio, con la nona edizione di Filming Italy. – Festival di Los Angeles, scritto e diretto da lei. Anche questa volta è realizzato in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, diretto da Emanuele Amendola, e con l'APA (Associazione Produttori Audiovisivi), e sotto l'egida del Consolato Generale d'Italia a Los Angeles . Oltre a promuovere l’Italia come location cinematografica e a costruire un ponte tra la cultura italiana e quella americana, Filming Italy mira sempre a sostenere la crescita culturale italiana attraverso il cinema. “Quest’anno è un grande onore consegnare il Premio alla Carriera a Franco Nero, uomo e attore che ammiro molto, e ospitare Matteo Garrone, grande amico del festival, in attesa della notte degli Oscar”.
Facciamo un passo indietro: quanto è cresciuto il settore della fotografia in Italia in nove anni?
Molto molto di più. Anno dopo anno cresciamo grazie ad una quantità infinita di lavoro e fatica, perché a Hollywood nessuno ti regala niente, e sicuramente nessuno ti consiglia; anzi. Così, anno dopo anno, ho conquistato la fiducia degli operatori del settore e, passo dopo passo, sono riuscito a collocare Filming Italy in un luogo in cui oggi è – di fatto – uno dei momenti più attesi per la promozione del cinema italiano. cinema negli Stati Uniti. È atteso sia dal grande pubblico che dagli operatori del settore.
Quest'anno inizierà con il candidato all'Oscar Matteo Garrone.
Sì, avremo Mathieu e l'eroe del film, Seydou Sarr, che saranno premiati durante una proiezione speciale del film Ehi Capitano. Abbiamo seguito l'intera campagna americana del film e siamo stati molto lieti di vederlo nella rosa dei candidati per l'Academy. Speriamo per il meglio. Vedremo cosa succederà il 10 marzo.
Uno degli ospiti di questa edizione sarà Franco Nero.
Una delle icone del cinema italiano nel mondo, è sempre stato osannato e amato da Quentin Tarantino. La sera del 29 febbraio gli verrà consegnato il Filming Italy Los Angeles Lifetime Achievement Award. Proietteremo una maratona di film a lui dedicati, a cominciare ovviamente da Django di Sergio Corbucci. Il festival lavora per mettere in luce l'eccellenza della produzione italiana, che può essere rappresentata da una star come lui, ma anche attraverso un film, un documentario, oppure attraverso stilisti o interior designer. Grazie a grandi sforzi nel 2018 è riuscita a ottenere una stella sulla Walk of Fame per Gina Lollobrigida, e l'anno scorso per Giancarlo Giannini. Mi piace mettere in mostra i nostri talenti.
Anche il festival di quest'anno si svolgerà sulla piattaforma.
Sì, saremo in diretta, ma senza abbandonare la piattaforma digitale, che nelle precedenti edizioni in America ha raggiunto più di 600.000 spettatori. Sulla piattaforma, a disposizione del pubblico americano, saranno più di sessanta titoli che promuovono il cinema italiano, serie, grandi classici della sezione Classici, documentari, cortometraggi, opere prime e molto altro.
Una caratteristica distintiva di Filming Italy è la diversità dei titoli.
Siamo l'unico festival in grado di affiancare commedie come quelle di Ficarra, Picone o Alessandro Siani – attualmente nelle sale – accanto alla fiction e al cinema d'essai. Poi, essendo uno dei pochi direttori di festival, vorrei sottolineare la collaborazione con Women in Film Italy e LA, che quest'anno festeggia il suo cinquantesimo anniversario e sostiene le donne che lavorano nel mondo del cinema e dietro la macchina da presa. Non a caso, quest'anno abbiamo in scaletta anche registe come Ginevra Elkann, Roberta Torre e Kasia Smutniak. Insomma uno sforzo enorme per valorizzare e sostenere i film italiani, e vorrei ringraziare la produzione e la distribuzione italiana che ci sostiene e ci aiuta quando richiediamo film.
Nove anni di riprese in Italia. Se dovessi scegliere la memoria?
Andare in tournée a Hollywood con Gina Lollobrigida è stata un'avventura straordinaria. Si fermava per strada e mi raccontava dove sarebbe andata a pranzo con Howard Hughes e cosa avrebbe fatto quando sarebbe venuta in America negli anni '60. C'era una sorta di devozione nei suoi confronti da parte degli americani, anche da parte dei giornalisti che l'avevano vista solo sullo schermo. Ma è stato indimenticabile anche assistere alla presentazione del divo a Giancarlo Giannini: durante la serata all'Academy of Motion Pictures Museum mi raccontò di Coppola, Brando e delle scene di Sette bellezze Con Lena Wertmüller. Sensazioni davvero uniche ed irripetibili. Vorrei mettere in risalto i nostri talenti per la loro unicità perché sono molto apprezzati all'estero e meritano di essere celebrati per la loro straordinaria carriera.
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