venerdì, Novembre 15, 2024

L’Italia assume la gestione di un’acciaieria in difficoltà

L'ex acciaieria Elva di Taranto è sull'orlo del fallimento, non potendo più pagare i conti. Fotografia: Andreas Solaro/AFP/File
Fonte: Agenzia France-Presse

Dopo mesi di colloqui infruttuosi, lunedì il governo italiano ha lanciato un'acquisizione temporanea dell'acciaieria in difficoltà di cui il colosso siderurgico ArcelorMittal detiene una quota di maggioranza, secondo fonti vicine alla situazione.

Secondo le fonti, secondo i termini dell'“amministrazione straordinaria”, il governo nominerà gli amministratori per gestire e preparare i piani di ristrutturazione, cercando allo stesso tempo nuovi investitori.

L’ex acciaieria Ilva di Taranto, di cui lo Stato detiene una quota di minoranza, è sull’orlo della bancarotta, con debiti per oltre tre miliardi di euro e non è in grado di pagare la maggior parte dei suoi fornitori, né risolvere le questioni. Le loro bollette di gas ed elettricità.

Domenica l'agenzia statale per gli investimenti Invitalia ha invitato il governo ad avviare le procedure di acquisizione dopo che ArcelorMittal si è rifiutata di iniettare nuovi fondi.

Dopo l'annuncio di domenica, ArcelorMittal ha risposto di essere “sorpresa e delusa” nell'apprendere dai media italiani che Invitalia aveva chiesto allo Stato di porre il suo stabilimento di Taranto in gestione straordinaria, perché non ne aveva parlato durante una riunione di emergenza del consiglio di amministrazione di domenica.

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“Si tratta di una flagrante violazione dell'accordo di investimento”, ha detto in una dichiarazione a Invitalia, una copia della quale è stata vista dall'AFP.

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ArcelorMittal ha affermato di essere impegnata in discussioni in buona fede per sostenere l'impianto o organizzare la sua uscita ordinata dalla proprietà, e “respingiamo il vostro tentativo di incolparci per i loro risultati insoddisfacenti e di assolvere voi stessi e il governo italiano dal fallimento del nostro progetto”. partenariato pubblico-privato.”

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ArcelorMittal possiede una quota del 62% nell'acciaieria di Taranto, mentre lo Stato italiano possiede il restante 38%.

Da settimane il governo del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Arcelor Mittal si scambiano accuse di non aver rispettato gli impegni presi e di essere responsabili del fallimento delle trattative.

Il ministro dello Sviluppo economico Adolfo Urso ha detto domenica che dal momento in cui ArcelorMittal “non ha intenzione di investire nell’azienda, credo che il Paese abbia diritto a riappropriarsi del frutto del suo lavoro e dei sacrifici di intere generazioni”.

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Lunedì sera i sindacati industriali sono stati convocati ad un incontro in cui il governo ha annunciato la sua decisione sul destino della fabbrica.

Il governo vuole garantire che l'impianto, che considera strategico per il Paese, continui a funzionare e che i 10.700 dipendenti dell'impianto siano tutelati.

Tra i potenziali investitori menzionati dai media italiani c’è la società ucraina Metinvest, che è alla ricerca di nuovi impianti di produzione da quando le forze russe hanno sequestrato lo stabilimento Azovstal a Mariupol nel maggio 2022.

Sarebbero interessate anche l'azienda siderurgica italiana Arvedi e Vulcan Green Steel, una controllata di Jindal Steel and Power, che nel 2017 avevano presentato un'offerta senza successo per lo stabilimento di Taranto.

ArcelorMittal ha rilevato lo stabilimento di Taranto nel 2018 dopo che il governo italiano lo aveva posto in gestione straordinaria nel 2015 a seguito di problemi finanziari e legali.

I creditori, invitati anche loro all'incontro di lunedì, hanno brutti ricordi del precedente periodo di amministrazione controllata dell'impianto, con oltre 150 milioni di euro di debiti rimasti insoluti secondo le loro stime.

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Fonte: Agenzia France-Presse

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