La decisione di onorare il fondatore dell’AS Roma su un francobollo ha suscitato indignazione in Italia a causa del suo passato fascista.
Il francobollo emesso giovedì raffigura il volto di Italo Foschi, leader della milizia fascista accusato di perseguitare il popolo ebraico.
L’eredità del fascismo, verso il quale molti italiani hanno un atteggiamento ambivalente, ha affrontato un rinnovato dibattito dall’elezione nel 2022 di Giorgia Meloni, il primo primo ministro italiano di estrema destra.
La decisione di onorare il leader fondatore della Roma ha causato costernazione, mentre un altro francobollo in onore di un deputato socialista assassinato 100 anni fa da assassini fascisti – uno dei quali è stato elogiato da Foschi.
Il quotidiano La Stampa ha riferito che l’idea di commemorare Fauci è venuta al sottosegretario al ministero dell’Industria italiano, che è membro del partito di estrema destra Fratelli d’Italia guidato da Meloni.
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La scelta ha suscitato un’ondata di incredulità tra gli oppositori.
“Autore di crimini efferati contro i nemici politici e di persecuzioni spietate contro gli ebrei”, hanno scritto due deputati, Francesco Verducci e Dario Parrini, del Pd all’opposizione, definendo la scelta “offensiva e umiliante”.
Un altro, Michele Fina, ha detto che si è trattato di una “costante rigenerazione di chiari impulsi fascisti” da parte del governo Meloni, il paese più di destra in Italia alla fine della seconda guerra mondiale.
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I giornali italiani hanno colto l’ironia della sorte, dicendo che lunedì l’ufficio postale emetterà un altro francobollo in onore di Giacomo Matteotti, un deputato socialista che fu rapito e ucciso in pieno giorno dai fascisti nel 1924.
Dopo la morte di Mattiotti, Foschi scrisse ad Americo Dumini, un membro della violenta forza paramilitare fascista che contribuì a consolidare il potere di Mussolini all’inizio degli anni ’20. .
“Benvenuti nel pantheon d’Italia”, ha tuonato La Stampa.
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Un membro del comitato consultivo del Ministero dell’Industria, che seleziona le persone idonee a comparire sui francobolli, ha protestato dicendo che il comitato non era stato informato della selezione di Fauci.
“Troviamo il suo nome nell’elenco dei responsabili della persecuzione antisemita in Veneto”, ha scritto mercoledì Carlo Giovanardi sul sito Il Riformista.
Un portavoce del Ministero dell’Industria contattato dall’AFP ha detto: “La celebrazione riguarda lo sport. Non c’è altro significato, tanto meno la politica”.
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Nato nel 1884, Fossi fu attivo nell’Associazione Nazionale Italiana prima di aderire al Partito Nazionale Fascista (PNF) nel 1923.
Creò di grado nella divisione laziale attiva a Roma e si fece un nome partecipando ad operazioni violente contro i nemici di Mussolini.
In qualità di Segretario Generale della Confederazione Romana del PNF, Foschi organizzò la fusione di tre società calcistiche della capitale, dando vita nel 1927 alla Roma e divenendone il primo presidente.
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Per celebrare il 140esimo compleanno di Foschi, la Roma – che non ha fatto menzione del passato politico di Foschi – ha organizzato la terza edizione del “Trofeo Italo Foschi”, una competizione tra le due squadre giovanili.
Fossey morì di infarto nel 1949 mentre assisteva a una partita di calcio.
La Meloni ha reso omaggio a Matteotti la scorsa settimana, descrivendolo come “un uomo libero e coraggioso, ucciso da esponenti delle file fasciste per le sue idee”.
Alcuni osservatori trovarono sorprendenti i commenti di Meloni quando nel 1996 raccontò a un giornalista televisivo che un attivista diciannovenne aveva detto a un giornalista televisivo che “Mussolini era un buon politico… ha fatto tutto ciò che ha fatto per l’Italia”.
Tuttavia, da quando è salito al potere nell’ottobre del 2022, Meloni ha cercato di minimizzare le origini post-fasciste di Fratelli d’Italia, che è nato dal Movimento Sociale Italiano (MSI) formato dopo la guerra dai sostenitori di Mussolini.
Meloni è impegnato in un delicato equilibrio, cercando di espandere il suo elettorato e conquistare nuovo rispetto sulla scena internazionale, senza tagliarsi fuori dalle frange radicali del suo partito.
Paolo Borioni, professore di scienze politiche all’Università La Sapienza di Roma, ha detto all’AFP che la sfida della Meloni era quella di presentare “segni di democrazia non fascista ma antifascista”.
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