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Generosi e visionari – non solo nel mondo dello sport, dove il nome di Giorgio è strettamente associato alla fondazione dell’Associazione Calcio Napoli e alla costruzione del primo e unico stadio di proprietà del Blue Team – gli Ascarelli eccellevano in quasi ogni ambito della società vita. Infatti, nei circa cinque decenni che vanno dal XIX al XX secolo, il loro epiteto è stato associato a molte parole: lavoro, cultura, religione, politica, arte, sport, genio e, soprattutto, mecenatismo. Grande storia rimossa dalla città. La storia di Al Ascarelli, piena di luci, in una città spesso dominata dalle ombre. Ma è ironico che sia stato cancellato dalla memoria del Napoli. Non solo per l’orrore delle leggi razziste del 1938, ma anche per la paura inconscia di dover fare i conti con un passato mai passato, dove il peggio spesso trionfa sul meglio. Se la storia di questa famiglia di imprenditori e pastori viene ricostruita nel libro di Nico Peruzzi “Ascarelli. “Una storia italiana” (che sarà proiettato giovedì 30 maggio, alle 18,30, presso la sede dell’Istituto di Cultura del Sud di via Ciatamon) a riannodare i fili della memoria è il progetto “Ascarelli. A 150- nome e storia di un anno”, promosso dall’associazione Memoriae-Museo della Shoah e dalla Comunità Ebraica di Napoli, con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali, della Regione Campania, del Comune di Napoli, dell’Archivio di Stato di Napoli, dell’Unione Italiani Comunità Ebraiche (UCEI), Centro Studi Ebraici dell’Università Orientale di Napoli, Camera di Commercio di Napoli, Federazione delle Associazioni Italo-Israeliane, Sindacato Riunito Giornalisti della Campania (SUGC), Ordine dei Giornalisti Italiani (SUGC) . Federazione Canottaggio (FIC), Federazione Italiana Stampa Sportiva – Lega Nazionale Dilettanti, Fondazione Giuseppe Levi Belloni, Federazione Nazionale Ciechi e Ipovedenti della Provincia di Napoli, Fondazione Valenzi; Oltre al sostegno economico del Circolo del Remo e della Vela Italia, dell’Unione Industriali di Napoli e dell’Unione Nazionale della Stampa. Il progetto mira innanzitutto a realizzare il Museo Ascarelli, nell’edificio situato all’interno dell’antico cimitero ebraico di Napoli, dove riposano Giorgio e il padre Pacifico. E con loro, molti degli eroi della stagione sono in qualche modo unici. Uomini e donne, la cui percezione del mondo superava di gran lunga i limiti dell’epoca in cui vivevano.