“L’Italia può ritrovare credibilità in Africa, perché abbiamo sempre avuto una cultura Mati: collezionare e non solo prendere, ma crescere insieme”. L’ho detto in un’intervista a “Tempo”. Adolfo Orso, Il Ministro italiano dell’Economia e dell’Industria torna da una missione in Eritrea. Orso ha spiegato quali sono le opportunità più importanti per la nostra economia e per le nostre imprese nel Piano Mattei: “In molti Paesi energie rinnovabili, infrastrutture, macchine utensili, sviluppo agricolo e turistico, minerali e materie prime vitali l’alta gamma italiana, perché la classe media è in crescita”.
E in Eritrea: “Anche qui l’energia, dal fotovoltaico alla produzione di energia geotermica, ma anche infrastrutture portuali, ferrovie e strade Poi agricoltura, zootecnia e pesca, con la filiera del freddo, l’industria conserviera, le macchine agricole e alimentari anche lo sviluppo del turismo nell’arcipelago”. Dahlak Inoltre, miniere di metalli preziosi come rame, zinco, ferro, manganese e ovviamente potassio e fosfato, anche per agevolare l’Eritrea nella produzione di fertilizzanti Ovunque – come ha notato Orso -. si vedono macchinari italiani antiquati e dovunque raccontano della nostra presenza, che viene messa in risalto da tutti, che la considerano la migliore della storia del Paese e anche oggi, quando possono, dipendono dagli italiani: i nuovi quartieri residenziali di Asmara. , che saranno consegnati a breve, sono stati costruiti da una nostra azienda.”
Sostenere le imprese africane significa anche combattere indirettamente l’immigrazione clandestina: “Sì, in Eritrea, come in Tunisia ed Egitto, ma anche in Senegal, Etiopia, Ghana e Nigeria Dobbiamo creare le condizioni affinché continuino a sviluppare il loro Paese anche attraverso il nostro business , offrendo loro opportunità di formazione e sviluppo”. Il governo italiano ha dato molta importanza a questo progetto di cooperazione con i Paesi africani. Tra le principali difficoltà: “Restituire credibilità all’Europa, che spesso ha lasciato campo aperto a Russia e Cina. Sono stati commessi errori nell’approccio con i Paesi africani: mi riferisco in particolare alla regione del Sahel, ma anche al Corno d’Africa. , per non parlare di Libia, Tunisia ed Egitto. C’è fiducia nell’”Italia, ma l’Europa chiede ancora”.
L’indipendenza energetica dell’Italia potrebbe aumentare grazie ad una serie di accordi, ad esempio, con Libia, Tunisia o Eritrea: “Con Libia, Tunisia ed Egitto, certamente Con i tre Paesi abbiamo in programma di realizzare in loco grandi impianti fotovoltaici con collegamenti elettrici porterà l’energia rinnovabile nel nostro Paese e, quindi, anche nel mercato europeo. Tuttavia, in Eritrea, dobbiamo aiutarli a soddisfare i loro bisogni interni con piccoli impianti energetici che non hanno una connessione alla rete, ma anche con quelli più grandi che lo facciano. sono ancora redditizi – ha concluso Orso “È necessario per l’azienda”.
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