Dopo la conclusione controversa del loro incontro di boxe alle Olimpiadi, la pugile italiana Angela Carini ha detto di voler chiedere scusa alla sua avversaria algerina, Iman Khelif. L’incontro, durato appena 46 secondi, si è concluso prematuramente quando Carini si è ritirata, dicendo che un pugno di Khalif “le ha fatto troppo male” e non le ha permesso di continuare.
La fine improvvisa della partita ha suscitato diffuse polemiche all’interno della comunità sportiva. In un’intervista al quotidiano italiano Gazzetta dello Sport, Carini ha espresso il suo rammarico per l’incidente, dicendo: “Tutta questa polemica mi rende triste. Mi dispiace anche per la mia avversaria. Se il CIO dice che può lottare, rispetto quella decisione .”
La pugile 25enne ha ammesso che pensava che porre fine al combattimento fosse una scelta matura. Provava anche rimorso per non essere stata in grado di aderire alla tradizionale sportività stringendo la mano a Khalif dopo la partita. “Non era qualcosa che intendevo fare”, ha detto Carini. “In effetti, voglio scusarmi con lei e con tutti. Ero arrabbiato perché le mie Olimpiadi erano andate sprecate”.
Carini ha spiegato il tumulto emotivo che ha prevalso nella partita, sottolineando che se avesse avuto un’altra opportunità di incontrare Khalif, l’avrebbe “abbracciata” in un gesto di riconciliazione. L’incidente si è sviluppato rapidamente; Dopo aver ricevuto un pugno in faccia nei primi 30 secondi, Karini è andata nel suo angolo per sistemarsi il copricapo. Sebbene abbia ripreso brevemente il combattimento, si è rapidamente ritirata di nuovo nel suo angolo e alla fine ha deciso di interrompere l’incontro.
Parlando alla BBC Sport della sua decisione, Carini ha detto: “Poteva essere la partita della mia vita, ma dovevo anche salvarmi la vita in quel momento”.
La controversia sulla partita è stata esacerbata dall’idoneità di Khalifa, che è stata oggetto di un acceso dibattito. Khalif, che era una delle due atlete autorizzate a competere nella boxe femminile alle Olimpiadi di Parigi nonostante fosse stata squalificata dai campionati mondiali femminili dello scorso anno, ha dovuto affrontare un esame accurato sul suo status di idoneità determinato dalla International Boxing Association guidata dalla Russia.
Ma il Comitato Olimpico Internazionale ha difeso il diritto di Khalifa di competere. Il portavoce del Comitato Olimpico Internazionale Mark Adams ha dichiarato venerdì: “La pugile algerina è nata donna, è stata registrata come donna, ha vissuto la sua vita come donna, ha praticato la boxe come donna e ha un passaporto femminile”. La partecipazione di Khalif sottolinea la sua flessibilità e l’impegno del CIO per l’inclusione nello sport.
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