venerdì, Novembre 15, 2024

L’Italia raddoppia le tasse sui “miliardari” sui ricchi nuovi arrivati

La gente del posto ha criticato le precedenti norme fiscali dopo che i ricchi espatriati che acquistavano proprietà in Italia avevano fatto impennare i prezzi delle case.

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Il governo italiano ha approvato un aumento dell’imposta fissa annuale applicata ai redditi realizzati all’estero dai nuovi residenti finanziari in Italia.

La quota fissa annua è destinata a salire a 200.000 euro, dagli attuali 100.000 euro complessivi.

Questo accordo fiscale, impopolare tra la gente del posto, è informalmente noto come “tassa sui miliardari” o “programma dei calciatori” – ed è accreditato per aver attirato migliaia di milionari in Italia.

Tra le figure di rilievo che hanno beneficiato del sistema c’è il calciatore portoghese Cristiano Ronaldo, trasferitosi a Torino nel 2018.

Pagando la flat tax i residenti sono esentati per 15 anni dalle altre imposte sugli utili, sulle donazioni e sulle successioni all’estero.

Quando è stato introdotto nel 2017, i funzionari italiani speravano che questo incentivo fiscale avrebbe portato benefici all’economia attirando individui facoltosi, che avrebbero poi speso i loro soldi in Italia.

Tuttavia, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha confermato mercoledì che l’Italia è ora contraria all’idea di competere con altri paesi per offrire “benefici finanziari” ai ricchi.

La “corsa al ribasso” finanziaria tra paesi è un fenomeno che le principali organizzazioni come l’OCSE e il Fondo monetario internazionale stanno scoraggiando in modo significativo.

Sebbene i paesi possano trarre vantaggio dalla presenza di individui e aziende facoltosi sul proprio territorio, tagli fiscali eccessivamente vantaggiosi possono aumentare la disuguaglianza, indebolire i servizi pubblici e portare a squilibri regionali.

Raddoppiare l’imposta unica aiuterebbe sicuramente anche l’Italia ad affrontare il deficit di bilancio.

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Lo scorso anno il governo della Georgia Meloni ha registrato un deficit pari al 7,4% del PIL.

Questo valore era ben al di sopra dell’obiettivo UE del 3% del PIL, spingendo la Commissione Europea ad avviare un procedimento disciplinare.

Non è ancora chiaro quanti soldi si otterranno attraverso l’aumento delle tasse.

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