venerdì, Novembre 22, 2024

Il presidente della Banca Centrale Europea Panetta afferma che le banche italiane dovrebbero lasciare la Russia

  • Panetta sostiene che restare in Russia comporta problemi di reputazione
  • Intesa e Unicredit sono ancora attive in Russia
  • Le sanzioni occidentali riducono il numero di potenziali acquirenti

STRESA, Italia (Reuters) – Le banche italiane dovrebbero fermare le loro attività in Russia perché restare nel Paese comporta anche un “problema di reputazione”, ha detto sabato il policymaker della Banca centrale europea Fabio Panetta.

Dopo la Banca internazionale austriaca Raiffeisen (RBIV.VI)apre una nuova schedaUniCredit (CRDI.MI)apre una nuova scheda È la banca europea più esposta verso la Russia, mentre Intesa Sanpaolo (ISP.MI)apre una nuova scheda Sta lavorando per sbarazzarsi delle sue attività nel paese.

“Da lì (Russia) bisogna uscire”, ha detto Panetta ai giornalisti durante la conferenza stampa dopo la fine della riunione finanziaria del G7 a Stresa, nel nord Italia.

Panetta, Banca mondiale, ha aggiunto: “Ci sono difficoltà oggettive perché uscire dalla Russia è complicato. Devi trovare un acquirente e sai che sei costretto. Può essere costoso, ma devi uscire perché c’è un problema di reputazione”. Governatore d’Italia.

La filiale russa di UniCredit Bank è stata colpita questo mese dal sequestro di beni per un valore di 463 milioni di euro (502,12 milioni di dollari) in relazione ad un progetto di gas interrotto per il quale il gruppo bancario aveva fornito garanzie.

Sia Intesa che UniCredit hanno ripetutamente affermato che le sanzioni occidentali hanno ridotto il numero di potenziali acquirenti, rendendone più difficile l’uscita.

L’anno scorso Intesa ha ottenuto il decreto presidenziale necessario perché una banca straniera potesse cedere le proprie attività in Russia.

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Tuttavia, la più grande banca italiana non ha finalizzato la sua uscita, in attesa del via libera da parte della Banca Centrale russa e delle autorità italiane.

L’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Ursel, ha sempre affermato che l’obiettivo della banca è ridurre l’esposizione verso la Russia minimizzando al contempo i danni per l’istituto di credito.

Orcel ha detto che non sarebbe “moralmente corretto… cancellare e cancellare” l’unità russa del gruppo.

Una persona a conoscenza della questione ha affermato che le autorità di vigilanza bancaria europea e le autorità statunitensi responsabili dell’applicazione delle sanzioni stanno monitorando da vicino l’attività delle banche occidentali in Russia e i progressi che stanno facendo nei piani di uscita.

Oltre al via libera richiesto dal presidente russo Vladimir Putin e dalla Banca Centrale russa, qualsiasi transazione deve essere approvata dalla Banca Centrale Europea.

Per evitare il rischio di sanzioni post-accordo, l’Ufficio di controllo dei beni esteri del Dipartimento del Tesoro americano dovrebbe anche fornire una lettera di conforto una volta informato dell’identità del potenziale acquirente, ha detto la fonte. ($1 = 0,9221 euro)

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Valentina Za ha riferito da Milano. A cura di Keith Weir

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