Un gruppo di lavoro di aziende italiane sta collaborando su come ridurre le emissioni di carbonio nell’industria del vetro attraverso l’uso dell’idrogeno.
L’Italia è il secondo produttore di oggetti in vetro in Europa, producendo più di cinque milioni di tonnellate di pezzi di vetro all’anno. Sebbene la produzione di oggetti in vetro sia ad alta intensità energetica e difficile da utilizzare con l’elettricità.
A tal fine, il progetto Divina (Decarbonizzare l’industria del vetro: idrogeno e nuove attrezzature), coordinata da Snam, RINA e Bormioli, cercherà di ridurre le emissioni nella fase di fusione del vetro. Questa fase rappresenta più della metà del consumo totale di energia durante l’avanzamento della produzione.
Il modello di consumo energetico dell’industria del vetro significa che una fonte di energia come l’idrogeno può fornire una soluzione praticabile ottimizzando il suo utilizzo in termini di energia ed emissioni.
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Marco Alvera, amministratore delegato della società italiana di infrastrutture energetiche Sanam, ha affermato che l’idrogeno svolgerà un ruolo chiave nella decarbonizzazione di settori ad alta intensità energetica come la produzione di vetro al fine di raggiungere gli obiettivi climatici nazionali ed europei. “Questo progetto completa ciò che stiamo già facendo nei settori dell’acciaio, del trasporto ferroviario e della ceramica. Sanam sarà in grado di attingere alla propria infrastruttura e competenza per facilitare l’introduzione dell’idrogeno nel settore e offrire vantaggi in termini di crescita economica”.
Ugo Salerno, Presidente e Amministratore Delegato di RINA, ha affermato che continuerà a lavorare con Snam e altre aziende per contribuire alla trasformazione ambientale delle grandi catene energivore. “Dopo il primo test con una miscela di gas naturale e idrogeno al 30% nella lavorazione dell’acciaio che abbiamo condotto a maggio, le nostre competenze e i nostri laboratori vengono utilizzati anche nel progetto Divina, una tappa importante verso la decarbonizzazione di un’altra componente dell’economia italiana”.
La decarbonizzazione dell’idrogeno del vetro in Italia è solo una delle tante soluzioni tecniche intelligenti allo studio يتم
Questa iniziativa consentirà, nel breve e medio termine, di valutare i risultati dell’introduzione di una maggiore proporzione di idrogeno miscelato con gas naturale negli altiforni esistenti operanti in condizioni di produzione regolare. La sperimentazione di grandi quantità di idrogeno su forni in funzione sarà l’occasione per valutare la compatibilità della combustione dell’idrogeno con il materiale vetroso in contesti reali di produzione industriale dopo opportune prove di laboratorio.
Oggi la principale fonte energetica utilizzata dalle vetrerie è il gas naturale e le emissioni di anidride carbonica sono circa 1.500.000 tonnellate all’anno: complessivamente, circa il 3,5% delle emissioni dell’intera industria manifatturiera. L’utilizzo del 30% di miscela di idrogeno in Italia nei processi di fusione del vetro ridurrà le emissioni di 200.000 tonnellate che equivalgono alle emissioni di circa 100.000 automobili.
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Il progetto definirà e successivamente migliorerà le regole di progettazione per i futuri forni – i cosiddetti “forni 4.0”, che possono garantire prestazioni ottimali anche con rapporti di idrogeno fino al 100%.
Il gruppo di lavoro tutto italiano rappresenta l’intera catena del valore in quanto comprende professionisti del settore energetico, gruppi del vetro di alto livello, operatori di produzione e trasporto di combustibili, primarie società di certificazione e system integrator complessi, aziende che progettano forni per la fusione del vetro anche come università e centri di ricerca.
Il gruppo di lavoro è composto da Snam, RINA, Bormioli Luigi, Bormioli Rocco, STARA GLASS e UNI.GE. e Stazione Sperimentale del Vetro, IFRF Italia, SGRPRO e RJC SOFT.
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