Il primo caso di influenza suina africana (PSA) è stato segnalato in un cinghiale nella regione Piemonte dell’Italia nord-occidentale.
Un cinghiale infetto da PSA trovato alcuni anni fa allo stato brado vicino a Slin, nella Repubblica Ceca. – Foto: Petr Satran, Commissione veterinaria dello Stato ceco
Diversi media italiani hanno riportato il caso di un cinghiale morto ritrovato ad Ovada in provincia di Alessandria. La città si trova a 30 km a nord-ovest di Genova e 85 km a sud-est di Torino. Il test di Umbria e Marche ha confermato il contagio del Centro nazionale per l’influenza suina (SERF) dell’Istituto Zuproblastico. Il primo sospetto del virus PSA è stato fornito dall’Istituto sperimentale Zoproblastico di Piemonte, Liguria e Valle de Asta.
Misure per il controllo del cinghiale
Giornale italiano Corriere della sera Lo ha affermato Luigi Genesio Icardi, assessore regionale alla Salute del Piemonte. Ha detto: stiamo agendo molto urgentemente. Il coordinamento immediato delle misure di controllo della fauna selvatica è fondamentale per gli sforzi volti a controllare ed eradicare la malattia il più possibile.
“Sono in corso incontri con i servizi veterinari competenti a livello regionale, i funzionari della gestione forestale e il Dipartimento per l’ambiente e la caccia alla fauna selvatica”.
Zona colpita da PSA e zona di sorveglianza
Icardi ha proseguito: “Attraverso il Piano nazionale per le emergenze epidemiche sono state avviate iniziative per la costituzione di unità di crisi a livello locale, regionale e nazionale, per realizzare le azioni previste attraverso manuali operativi e normative specifiche. Materia.
“Nelle prossime ore sarà definita la “zona interessata” e la “zona di monitoraggio” con i relativi farmaci”.
Implicazioni per il commercio di carne suina italiana
Il Corriere della sera Il caso ASF affermava che i paesi che non riconoscono la politica di regionalizzazione potrebbero vietare l’importazione di tutti i prodotti suini dall’intero paese in cui si è verificata la PSA, il che potrebbe avere ripercussioni sul commercio di carni suine italiane.
Nei giorni scorsi è stato lanciato l’allarme PSA da Confacricoldura pimonde, parlando del “forte rischio” di propagarsi con “eccessiva proliferazione” di cinghiale.
Gene ASF tipo I in Sardegna
L’Italia propriamente non è esente al 100% dall’influenza suina africana. Nel suo stato insulare della Sardegna è diffuso il tipo genetico I dell’influenza suina africana. Era l’ultimo residuo di infezioni da PSA nell’Europa meridionale, che in gran parte si sono concluse negli anni ’80; Questo virus è conosciuto solo in Sardegna.
Sebbene ciò non sia stato segnalato, è logico presumere che l’attuale focolaio sia di tipo genetico II, il tipo attivo nell’ultimo decennio, tra cui Germania, Polonia, Romania, Russia, Asia e Caraibi. È troppo presto per raccontare come sia finito il virus nel nord-ovest dell’Italia. In linea d’aria, si trova a 800 km dal sito dell’eruzione vicino alla Germania dell’Est. Spesso l’intervento umano può causare la diffusione del virus.
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