Con le aziende prossime alla chiusura per le vacanze estive, si è svolta lo scorso 6 agosto la quinta assemblea generale del Tavolo Permanente della Moda del Ministero dell’Economia e dell’Industria.
All’incontro, presieduto dal Ministro Adolfo Orso, hanno partecipato importanti rappresentanti del governo, della filiera, delle associazioni di categoria e del mondo imprenditoriale del Paese.
Il calendario ha offerto un momento di tristezza per un settore chiave dell’economia italiana, come quello della moda. Con un fatturato che supera i 102 miliardi di euro nel 2023, circa 60.000 aziende, 600.000 addetti e un contributo del 4% al Pil nazionale, di cui il 90% derivante dall’export, l’industria della moda rappresenta il terzo settore manifatturiero italiano.
Secondo recenti studi condotti dalla Camera Moda Italiana, si registra una diminuzione del volume totale delle vendite di moda italiana nei primi sei mesi del 2024 nel settore tessile, scarpe e accessori del 5% rispetto allo scorso anno, con forti ricadute al vertice della filiera.
Questa situazione ha portato ad un maggiore ricorso all’assorbimento degli shock sociali, soprattutto da parte delle imprese di costruzione, che sono state tra le più colpite dalla crisi.
I principali fattori alla base del rallentamento sono l’inflazione globale, ma anche il forte aumento dei prezzi delle materie prime, nonché le guerre in corso e le tensioni internazionali che hanno portato ad uno stato di grande incertezza economica. Nel rallentamento ha giocato un ruolo decisivo anche il periodo di difficoltà economica attraversato dalla Cina, che fino ad allora era stato un mercato di riferimento per i marchi italiani di fascia alta.
L’incontro si è concentrato su fattori economici, come il calo dei volumi di produzione, la contrazione dei consumi e le incognite geopolitiche, ma anche sulle misure a sostegno del settore.
“Abbiamo riunito l’intera filiera della moda per fornire soluzioni alle principali richieste delle aziende del settore”, ha affermato Orso.
“Ci siamo impegnati, in collaborazione con la Confederazione delle industrie australiane, a garantire la rinegoziazione dei prestiti bancari, a garantire il pieno utilizzo delle risorse per assorbire gli shock sociali per le aziende del settore e a prevedere misure di bilanciamento e cancellazione sulla questione dei lunghi crediti d’imposta esistenti”, ha aggiunto.
“Inoltre, stiamo lavorando, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e l’Istituto per il Commercio Estero, per rafforzare il settore della moda sui mercati internazionali, e con i decreti attuativi del disegno di legge Made in Italy, sosteniamo l’economia circolare, ” aggiunse Orso.
È stata inoltre sottolineata la necessità di attuare la legge sul Made in Italy, che mira a rafforzare la filiera delle fibre tessili naturali e i processi di riciclo nell’ambito dei quali sono previste misure di incentivazione al settore e all’industria conciaria. Attualmente è in corso la consultazione sul decreto dirigenziale.
Sul fronte della transizione green, è attualmente in fase di monitoraggio il Regolamento Eco-Design, approvato poche settimane fa che prevede requisiti minimi di ecodesign per ogni tipologia di prodotto.
A questo proposito, il Ministro ha annunciato che sono iniziate le trattative per l’attuazione di un meccanismo agevolativo tramite voucher, a partire dalla prossima legge di bilancio.
Infine, sulla questione dell’assorbimento degli shock sociali, Orso ha indicato che sono iniziati i colloqui con il Ministero del Lavoro per affrontare le difficili realtà. Le aziende industriali con più di 15 dipendenti hanno la possibilità di utilizzare pienamente le risorse in cassa integrazione ordinaria (con la possibilità di estenderla successivamente ad orari di lavoro aggiuntivi).
Per chi ha meno di 15 dipendenti lo strumento utilizzato verrà fornito attraverso un fondo gestito dalle associazioni di categoria che garantisce una copertura per sei mesi.
Inoltre, dopo le recenti indagini svolte in Lombardia sullo sfruttamento dei lavoratori, Camera della Moda e Altagama, attraverso il Presidente della Camera della Moda Carlo Cappassa, hanno chiesto la definizione di uno specifico protocollo con le istituzioni, volto a definire un sistema di certificazione a livello nazionale, che garantirebbe la conformità dei prodotti alle normative nazionali e comunitarie, migliorando la tracciabilità e il controllo sull’intero ciclo di vita dei beni, nonché le condizioni di lavoro dei dipendenti.
“La moda resta un pilastro fondamentale dell’economia italiana e il dialogo tra imprese e industria è fondamentale per affrontare le difficoltà e favorire la crescita del settore”, ha aggiunto Capassa.
Ha aggiunto: “Abbiamo urgentemente bisogno di una carta del lavoro che migliori le retribuzioni dei lavoratori e riduca gli oneri per le aziende”.
“È importante pensare a un piano industriale quinquennale che permetta al nostro settore di fare una vera progettualità. Come CNMI daremo, insieme ad Altagamma, un contributo importante alla formulazione del piano entro il 2024”.
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