Dati diffusi oggi Da stato Si conferma l'esistenza di un contesto economico caratterizzato da incertezza, in cui si intrecciano elementi positivi e negativi, come già dimostrato dall'andamento prevalente della fiducia delle famiglie e delle imprese. E' il commento dell'Ufficio studi di Confcommercio ai dati Istat odierni, che aggiunge: “Il contenuto calo occupazionale registrato a gennaio rispetto a dicembre, pur non essendo un segnale positivo, va valutato con estrema cautela”.
Per Confcommercio “Il ridimensionamento si inserisce in una fase di prolungata crescita dei livelli occupazionali (da gennaio 2022 l'incremento è stato pari a 883mila unità) che ha già mostrato sporadiche pause, subito scomparse. La ragione che porta alla sospensione del giudizio sul possibilità di calo dei volumi occupazionali” La fase favorevole ha però mostrato segnali di difficoltà sul fronte del lavoro autonomo (-24mila unità mensili) e dell'allarmante uscita dal mercato di parte della popolazione più giovane (+81 mila inattivi 15-34enni rispetto a dicembre). Quest'ultimo dato, che – prosegue la nota – fatta eccezione per la componente demografica, potrebbe indicare criticità nell'incontro tra domanda e offerta di lavoro.
“D'altro canto – si legge oltre – continuano ad emergere segnali positivi sul fronte dei prezzi: si conferma che la situazione, salvo l'aggravarsi di alcune tensioni sui prezzi energetici, è sotto controllo, come testimonia anche il progressivo riduzione delle attività sottostanti L’inflazione è un fenomeno diffuso nell’area euro. La stabilità dei prezzi, con anche una minore dinamica dei prodotti, come gli alimentari, che le famiglie acquistano frequentemente, e che contribuiscono in modo significativo alla percezione dell’inflazione, potrebbe spingere i consumi delle famiglie, sostenendo la crescita nel 2024. Come nel 2023, riservano sorprese positive.I dati dello scorso anno, superiori rispetto agli indicatori preliminari, confermano la vitalità dell'economia italiana che ha saputo rispondere molto positivamente alla crisi causata dal Covid-19 con un PIL che nel 2023 è stato del 3,5% in più rispetto al 2019.
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