Le elezioni comunali si sono svolte in Italia il 3-4 ottobre e ulteriori votazioni si sono svolte il 17-18 ottobre in 65 comuni. Marino de Luca Valuta quali lezioni si possono trarre dai tassi di partecipazione alle elezioni.
In Italia si sono registrati i voti per le elezioni dirette di sindaci e consigli comunali del 3 e 4 ottobre 2021. Sono stati 1.191 i comuni (1.153 leggi ordinarie in 15 regioni e 38 leggi speciali nella regione, Priuli Venezia Giulia) coinvolti 12.147.040 elettori in 14.505 circoscrizioni.
In particolare, si sono svolte le elezioni in 19 capoluoghi di provincia, sei dei quali capoluoghi di regione: Bologna, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste. Le votazioni si svolgeranno il 17 e 18 ottobre in 65 comuni. Il voto nell’ordinamento italiano va avanti in due casi. In primo luogo, in tutti i comuni cosiddetti “padroni” – con una popolazione superiore a 15.000 abitanti (nella regione autonoma di Trento, il limite è ridotto a 3.000) – i voti corretti al primo turno se nessun candidato sindaco riceve 50 % + 1; In secondo luogo, nei comuni con meno di 15.000 abitanti (3.000 nella provincia autonoma di Trento), il primo turno si conclude con un pareggio tra i due candidati.
Tassi di voto
L’affluenza alle urne è stata inferiore alla media del 55% nei comuni in cui si è svolta la votazione, quasi il 7% in meno rispetto alle elezioni esecutive del 2016. I dati complessivi della tabella 1 per le regioni d’Italia mostrano che questo calo è più prolungato al nord, mentre è più pronunciato al sud.
Tabella 1: Votazioni durante le elezioni del 3-4 ottobre 2021 (aree di diritto normale)
Nota: * Giorno delle elezioni 10-11 ottobre. Fonte: Ministro degli Interni
Il boicottaggio in queste elezioni ruotava attorno a tre ragioni principali. In primo luogo, la tendenza a partecipare solo alle elezioni che sono considerate le più importanti: in generale, l’affluenza alle elezioni politiche è molto più alta rispetto alle elezioni amministrative. In secondo luogo, c’è una notevole somiglianza tra le proposte dei diversi candidati e delle diverse coalizioni, con il risultato che il successo dell’uno o dell’altro avrà scarso impatto sulla vita dei cittadini. Terzo, la crisi dei partiti, che non possono più mobilitare gli elettori e portarli alle urne.
Figura 1: Differenza di affluenza alle elezioni 2016 e 2021 (aree di diritto normale)
Fonte: Ministro degli Interni
Interessanti le informazioni sul rapporto tra consiglieri interessati ed elettori. La tabella 2 mostra il numero di consiglieri comunali interessati in 19 capoluoghi di provincia (sei capoluoghi di regione) e altre variabili demografiche.
Tabella 2: Candidati Consiglieri (Aree di Diritto Ordinario) durante le elezioni svoltesi il 3-4 ottobre 2021 in 19 Capoluoghi di Provincia
Nota: * Capoluogo di Regione. Fonte: Ministro degli Interni
Nei comuni dei capoluoghi meridionali l’affluenza alle urne è alta – che sembra essere in linea con l’andamento delle altre due grandi aree metropolitane italiane, ad eccezione di Napoli – ma la quota di candidati ed elettori è molto bassa. Ad esempio, a Caserta e Cosenza – rispettivamente nelle città della Campania e della Calabria – ci sono tassi molto bassi: un candidato ogni 66 elettori. Isernia ha un candidato ogni 42 elettori. Cambiano invece i rapporti nelle città del nord, che passano da un candidato ogni 125 elettori di Vares a un candidato ogni 868 elettori di Milano. Questa privazione dei diritti nel Mezzogiorno sembra in qualche modo contrastare il calo dell’affluenza alle urne, come è avvenuto nelle regioni del Nord con un minor numero di consiglieri regionali.
Volontà e partecipazione
Ciò dimostra che al di là dell’aumento o della diminuzione delle possibilità di successo dei candidati sindaco o di ottenere un seggio in consiglio comunale, un gran numero di consiglieri interessati sta esercitando maggiore pressione sugli elettori “forzati” in determinate circostanze. Opzione per un consigliere che li conosce personalmente. Esiste sempre una chiara correlazione tra preferenza (selezione del candidato consigliere comunale) e partecipazione elettorale, che si spiega con l’interesse dell’elettore ad esprimere una preferenza per il candidato più “vicino”.
Per molti cittadini meridionali l’interesse per questa occasione elettorale è stato indubbiamente motivato dalla volontà di contribuire con il proprio voto a selezionare un candidato alla carica di consigliere. Il tratto più caratteristico della diversità dei comportamenti determinati dall’organizzazione per l’elezione del sindaco è la precisione del voto per ragioni che possono amplificarlo o limitarlo.
La partecipazione sottolinea l’importanza della consultazione elettorale. Maggiore è la partecipazione, maggiore è l’importanza che i cittadini acquisiscono nelle elezioni. Da questi dati possiamo confermare che le elezioni comunali sono più importanti delle elezioni politiche nel Sud, rompendo l’ordine accettato dalla teoria e dalla pratica politica: prima le elezioni politiche, poi le altre.
Nota: questo articolo o sezione necessita di fonti o riferimenti che appaiano in pubblicazioni credibili di terze parti. Credito immagine speciale: Niccolò Siamori Sopra Unsplash
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