Dietro l’immagine di ogni piattaforma di trasmissione, quella che l’azienda stessa vuole trasmettere, si nascondono sorprese che, a prima vista, non si adattano alla percezione del pubblico dei propri programmi. Molte di queste anomalie dovrebbero essere motivo di festa, nonostante la totale mancanza di interesse dell’azienda nel promuoverle. Ecco perché abbiamo suggerito una ricerca all’interno dei servizi di streaming a pagamento, con l’obiettivo di far luce su queste gemme nascoste: grandi opere che non avresti mai immaginato su questi canali. Iniziamo con Netflix.
1. “Correre per i tuoi soldi” (1949), dir. Carlo amico.
Il produttore britannico Ealing ha fatto la storia del cinema grazie a 17 grandi commedie realizzate tra il 1947 e il 1955. Passaporto per Pimlico E il Signora assassine. Corri per i tuoi soldi Meno noto, segue due minatori gallesi che hanno vinto un premio per aver perforato più carbone. Hanno ricevuto £ 200 e biglietti per vedere l’Inghilterra giocare contro il Galles a una partita di rugby a Twickenham. Tuttavia, il problema è che questi due ignari personaggi di una piccola città non sono in grado di trattenere nessuna delle loro ricompense una volta nella grande città.
2. “Boom” (1963), dir. Vittorio de Sica.
Firma assegni in bianco, offre offerte imbattibili ai suoi amici (essendo stato pagato prima per intero) ed è sempre aggiornato sull’affare immobiliare. Alberto Sordi è il protagonista di questo film, una classica commedia italiana con sceneggiatura del maestro Cesar Zavatini. La regia di De Sica è di particolare interesse, soprattutto quando sfrutta il momento decisivo del film: una donna benestante offre al protagonista il miglior affare possibile per risolvere i suoi problemi economici.
3. “Champagne” (1928), dir. Alfred Hitchcock.
Il nono lungometraggio di Hitchcock, Champagne Fu uno degli ultimi film muti del grande regista. Aprendo e chiudendo in due adorabili pezzi di un bicchiere riempito con l’omonima bevanda, le bollicine e l’alcol riflettono la frivolezza della vita che si racconta nel mezzo.
4. “Il silenzio arrabbiato” (1960), dir. Ragazzo Verde.
Con Richard Attenborough, silenzio arrabbiato Esamina la divisione tra attaccanti e scabbia da una prospettiva che prende le distanze dal manicheismo. Introduce la complessità della manipolazione dall’alto, persino la furtività, e coinvolge una serie di dilemmi che persistono ancora oggi. Ad esempio il confronto tra “chi si lascia colpire” e chi teme l’impatto sulle proprie famiglie.
5. “Carabinieri” (1963), dir. Jean-Luc Godard.
Un’allegoria contro la guerra, moschettoni È pura segale. Le azioni di un gruppo di giovani si incrociano con immagini documentarie di morte e distruzione. Le solite sceneggiature che un regista franco-svizzero mette sullo schermo completano un esercizio cinematografico sempre consapevole. Il film più trasgressivo di questa selezione.
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