Sono piovuti tributi per la leggenda serba Sinisa Mihajlovic dopo la sua morte all’età di 53 anni a seguito di una battaglia contro la leucemia.
La Federcalcio serba ha confermato la triste scomparsa di Mihajlović pochi mesi dopo essere stato al centro sportivo del Bologna.
Mihajlovic, che ha aiutato la Stella Rossa Belgrado a vincere la Coppa dei Campioni nel 1991 e ha continuato a giocare e dirigere diversi club italiani, ha avuto problemi di salute a lungo termine dopo aver annunciato che sarebbe stato sottoposto a cure nel 2019.
La Federcalcio serba ha annunciato la morte di Mihajlovic, che ha lasciato il Bologna solo a settembre dopo un pessimo inizio di stagione, in un commovente omaggio venerdì.
Una dichiarazione pubblicata sul loro sito web recita: “Triste notizia per il calcio serbo, la regione, l’Europa e il mondo del calcio: Sinisa Mihajlovic è morto”.
Il calcio ha presto perso un campione d’Europa e del mondo, uno dei migliori calciatori di punizione della storia del calcio, giocatore, allenatore e selezionatore, un uomo che ha lasciato un segno profondo nella storia del calcio serbo e italiano. la sua carriera.
In un toccante omaggio del quotidiano sportivo italiano Gazzetta dello SportMihajlovic è stato salutato come “l’uomo che è nato due volte”, vivendo due vite prima e dopo una diagnosi di leucemia ma con lo stesso spirito di un guerriero.
Mihajlović ha segnato uno dei rigori decisivi ai calci di rigore dopo un pareggio a reti inviolate contro il Marsiglia nel 1991 che ha regalato alla Stella Rossa Belgrado il titolo europeo per la prima volta.
Anche l’account Twitter della Serie A, dove Mihajlović ha trascorso gran parte della sua carriera, ha reso omaggio, scrivendo: “Il suo impatto sul nostro gioco, sul nostro Paese e sui nostri cuori sarà ricordato per sempre, così come il suo spirito intransigente e il suo buon umore”.
In un comunicato stampa della sua famiglia si legge: “La moglie Ariana, insieme ai figli Victoria, Virginia, Miroslav, Duzan e Nicholas, alla nipote Violante, alla madre Viquerioga e al fratello Drazen, piangono nel dolore la morte ingiusta e prematura del loro marito. e modello padre, figlio e fratello, Sinisa Mihailović.
Un uomo unico, uno straordinario professionista, disponibile e buono con tutti. Ha combattuto con coraggio contro una terribile malattia.
“Ringraziamo i medici e gli infermieri che lo hanno seguito in questi anni con affetto e stima, in particolare la Dott.ssa Francesca Bonifazzi, il Dott. Antonio Corti, il Prof. Alessandro Rambaldi e il Dott. Luca Marchetti.
Sanissa sarà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che Lui ci ha dato.
Mihajlović ha giocato 63 partite e segnato 10 gol per la Jugoslavia tra il 1991 e il 2003, ha giocato sia la Coppa del Mondo 1998 che Euro 2000 ed era conosciuto come un difensore solido e costante e una minaccia costante dai calci piazzati.
Oltre a vincere la Coppa dei Campioni con la Stella Rossa, lo specialista dei calci di punizione ha giocato anche per Roma, Sampdoria Roma e Inter in Italia.
Sono state le sue sei stagioni alla Lazio che lo hanno visto raggiungere grandi successi, aiutandoli a vincere il titolo di Serie A nel 1999-2000 e la Coppa delle Coppe nel 1998-99.
Mihajlović ha vinto un secondo scudetto con l’Inter nella stagione 2005-2006 e quattro Coppe Italia complessive.
Dopo il ritiro da giocatore nel 2006, Mihajlović ha ricoperto una serie di ruoli manageriali, principalmente in Serie A con club tra cui Fiorentina, Sampdoria, Milan e Bologna, oltre alla nazionale serba.
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