venerdì, Novembre 15, 2024

Il piano italiano di investire in Africa riceve un'accoglienza tiepida

Il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha rivelato un pacchetto di proposte di investimento che copre diversi paesi africani durante un vertice con i leader del continente a Roma a fine gennaio. La Meloni ha affermato che l’investimento totale potrebbe raggiungere circa 5,95 miliardi di dollari.

“Crediamo che sia possibile immaginare e scrivere un nuovo capitolo nella storia delle nostre relazioni, una cooperazione tra pari, lontana da qualsiasi imposizione predatoria o atteggiamento benevolo nei confronti dell’Africa”, ha detto ai leader presenti al vertice.

Quest’anno l’Italia ha aggiunto influenza diplomatica in quanto presiede il Gruppo dei Sette economie avanzate.

Ma non tutti hanno apprezzato l’iniziativa italiana. La richiesta della Meloni di un “nuovo capitolo” ha immediatamente destato i sospetti dei funzionari africani, che hanno lamentato il fatto che la leader italiana di destra non li avesse inclusi nel disegno del suo piano. Nello stesso vertice, Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell’Unione africana, ha detto senza mezzi termini ai delegati: “Ci sarebbe piaciuto essere consultati”.

Al-Faki ha anche sottolineato “la necessità di far coincidere i fatti con le parole”, aggiungendo che “non possiamo accontentarci di promesse che spesso non vengono mantenute”.

Lavoro italiano

Il pacchetto presentato da Meloni fa parte del cosiddetto “Piano Matti”, che prende il nome dal fondatore del colosso italiano del petrolio e del gas Eni, Enrico Matti. L’obiettivo generale del piano è quello di rendere l’Italia un ponte tra i due continenti, con l’Italia che riceve importazioni di energia dall’Africa che possono essere riesportate in altre parti d’Europa.

L’Europa guarda sempre più all’Africa per contribuire a compensare le importazioni di gas russo, che sono diminuite significativamente dall’inizio della guerra in Ucraina.

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Il Governo italiano ed Eni sono stati tra i soggetti più attivi nel lavorare per rafforzare le relazioni in campo energetico. Meloni ha visitato più volte i paesi esportatori di gas del Nord Africa, Algeria, Tunisia e Libia da quando è entrato in carica nell’ottobre 2022. Nel frattempo, negli ultimi anni Eni ha impegnato ingenti investimenti in progetti sul gas in diversi paesi africani, incluso un progetto da 8 miliardi di dollari in Libia. annunciato lo scorso anno. Gennaio.

Oltre al petrolio e al gas, l’Italia importerà anche l’elettricità generata da progetti di energia solare in Nord Africa. Esistono diversi importanti progetti per costruire linee di trasmissione sottomarine tra l’Italia e il Nord Africa in diverse fasi di sviluppo.

Nel corso del vertice, però, la Meloni non ha affrontato i dettagli specifici. Ha svelato misure per sviluppare la catena di approvvigionamento di biocarburanti del Kenya, concentrandosi su progetti già in corso come il progetto di interconnessione elettrica ELMED tra Tunisia e Italia, insieme al previsto corridoio meridionale H2 per consentire all’Africa di esportare idrogeno in Europa.

Oltre al settore energetico, Meloni ha affermato che il piano Mattei si concentrerà anche su istruzione, sanità, agricoltura e acqua, e ha annunciato diversi piccoli progetti su ciascuno di questi argomenti. Il significato nascosto del piano è la convinzione dell'Italia che gli investimenti nello sviluppo africano dovrebbero far parte della strategia per combattere la migrazione attraverso il Mediterraneo.

“L’immigrazione illegale di massa non sarà mai fermata, e i trafficanti di esseri umani non saranno mai sconfitti, a meno che non si affrontino le cause profonde che spingono le persone a lasciare le proprie case”, ha affermato Meloni.

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La chiarezza è assente

Ma i critici sostengono che la promessa principale della Meloni di un investimento di 5,95 miliardi di dollari non è così generosa come sembra a prima vista.

Meloni ha affermato che questa cifra includerà prestiti e garanzie sui prestiti, nonché sovvenzioni. In altre parole, il livello di investimenti promessi dipende dalla capacità di convincere le aziende del settore privato a finanziare progetti e di convincere i governi africani che le condizioni dei prestiti italiani sono favorevoli.

C’è anche poca chiarezza su quali progetti saranno inclusi nel piano, suggerendo che gli schemi già annunciati, come il progetto di interconnessione ELMED, saranno coperti dalla richiesta di 5,95 miliardi di dollari.

Una coalizione di 80 ONG africane ha scritto al governo italiano dopo il vertice per esprimere le proprie preoccupazioni riguardo al suo approccio “neocoloniale”. L’ONG ha criticato “l’esclusione delle prospettive e dei bisogni africani” nella progettazione del Piano Mati, criticando anche la forte attenzione dell’Italia agli investimenti nei combustibili fossili.

“La continua ‘corsa al gas’ in Africa da parte dell’Italia e di altri paesi europei sta perpetuando l’emergenza climatica, così come la crisi alimentare e di sicurezza che a sua volta sta costringendo gli africani a migrare pericolosamente verso l’Europa”, ha affermato l’ONG.

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