ROMA (Reuters) – Mercoledì un tribunale italiano ha condannato un miliardario svizzero a 12 anni di carcere dopo averlo riconosciuto colpevole di omicidio premeditato che ha causato centinaia di morti a causa dell’esposizione all’amianto.
I giudici della città di Novara hanno emesso il verdetto dopo più di sette ore di deliberazione, secondo diversi resoconti dei media italiani, secondo i quali i pubblici ministeri avevano chiesto l’ergastolo.
Stefan Schmidheiny è stato giudicato colpevole di aver causato la morte di 392 persone, tra cui più di 60 lavoratori e circa 330 residenti, nella città settentrionale di Casale Monferrato, dove aveva sede la sua azienda, Eternit.
L’avvocato difensore Astolfo de Amato ha detto all’agenzia di stampa Adnkronos che presenterà appello, ma ha detto che la sua squadra era già “molto contenta” che la sentenza di omicidio colposo del tribunale significasse che il suo cliente non poteva essere considerato un “assassino premeditato”.
Le fabbriche di Schmidheine hanno utilizzato l’amianto nella produzione di cemento tra gli anni ’70 e ’80. Chiuse nel 1986, ma lavoratori e residenti locali continuarono a subirne le conseguenze.
L’amianto divenne popolare dalla fine del XIX secolo in poi come mezzo per rinforzare il cemento. Ma la ricerca in seguito ha rivelato che l’inalazione di fibre di amianto può causare infiammazione polmonare e cancro. Ora è vietato in molte parti del mondo.
Secondo la legge italiana, una condanna iniziale come quella pronunciata mercoledì può essere impugnata due volte prima che il verdetto diventi definitivo. Prima di questo, gli imputati giudicati colpevoli non sono incarcerati.
Schmidheiny ha visto una precedente condanna in un processo separato per accuse di disastro ambientale nel 2014 a causa dei termini di prescrizione italiani, che gli hanno anche impedito di pagare milioni di euro di multe e danni.
(Segnalazione di Angelo Amanti; Montaggio di Elvis Armellini e Grant McCall)
“Pluripremiato specialista televisivo. Appassionato di zombi. Impossibile scrivere con i guantoni da boxe. Pioniere di Bacon.”