Le associazioni dei beni di largo consumo in Italia hanno presentato una lettera di intenti al governo per sollecitare attivamente i membri dei produttori alimentari a ridurre i prezzi.
In un comunicato congiunto di Centromarca, Federalimentare, IBC e Federazione Italiana Alimentazione, le associazioni informano di aver incontrato oggi (8 settembre) il Ministero dell’Economia e dell’Industria “per individuare iniziative volte a contrastare gli effetti negativi dell’inflazione sui consumatori e sulle famiglie. “
Da questo incontro sarebbe nata una lettera d’intenti congiunta, presentata al Ministro Adolfo Orso, che presiede il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MEMT), con l’obiettivo di arrivare a misure per contrastare l’inflazione.
Primo fra tutti l’accordo dei quattro gruppi di informare i propri iscritti “su ogni iniziativa stabilita dal Ministero in materia di lotta all’inflazione”.
Chiederanno ai membri di sviluppare volontariamente – “coerentemente con la libera concorrenza” – misure “volte a combattere” l’inflazione nel periodo ottobre-dicembre. “Laddove ciò sia ritenuto fattibile dalla singola azienda dal punto di vista della sua sostenibilità economica”, aggiunge il comunicato.
I produttori alimentari dovrebbero poi proporre eventuali prossime iniziative alle “imprese della grande distribuzione, rispettando rigorosamente la normativa relativa alle pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare”.
Nel comunicato si aggiunge: “Nel rispetto della libertà di strategia sopra menzionata, ciascuna azienda valuterà l’impatto, positivo o negativo, sui propri conti economici derivante dall’andamento dei costi di produzione, influenzati dai prezzi delle materie prime, dell’energia, della logistica e imballaggio.”
Partecipazione di tutti i partiti
I quattro gruppi hanno proposto un incontro ospitato dal ministro Urso, al quale dovrebbe partecipare tutta la filiera, compresi i trasformatori, i fornitori di materie prime, le aziende energetiche e logistiche, i rappresentanti di imballaggio e distribuzione.
“La lotta all’inflazione e la tutela del potere d’acquisto delle famiglie, in una fase particolarmente delicata della congiuntura economica, rappresentano per noi una priorità”, hanno affermato all’incontro Francesco Muti, presidente di Centromarca, e Flavio Ferretti, presidente di IBC. dichiarazione congiunta. Il tessuto industriale del Paese.
“La volontà del Segretario Urso di coinvolgere in uno sforzo comune tutte le componenti della filiera è stata fondamentale per stimolare un ampio confronto. Ci auguriamo che Mimit convochi al più presto il tavolo di lavoro, così da poter mettere a fuoco e affrontare le innumerevoli criticità che portare a inefficienze”. Da qui i costi all’interno della catena di fornitura dei beni di consumo.
Nella lettera di intenti si fa riferimento, secondo la dichiarazione odierna, alle sfide economiche affrontate dalle “aziende di beni di consumo”: inflazione generalizzata nella catena di approvvigionamento, costi energetici, impatto della guerra ucraina sulle forniture di materie prime e il tempo. Condizioni in Italia.
Il tasso di inflazione in Italia è sceso al 5,5% ad agosto, dal 5,9% su base annua. Si tratta del livello più basso da gennaio 2022. L’inflazione dei prodotti alimentari trasformati è stata del 10,1%, in calo rispetto al 10,5%. La percentuale di alimenti non trasformati è stata del 9,2% contro il 10,4%.
Gli organismi del settore hanno inoltre sottolineato il fatto che non tutta l’inflazione dei costi di produzione è stata trasferita dai produttori in Italia mentre cercano di trovare un equilibrio tra la protezione delle loro imprese e dei posti di lavoro e il sostegno della domanda dei consumatori.
Un rapporto delle Nazioni Unite sui prezzi delle materie prime alimentari ha mostrato che lo zucchero e il riso hanno superato il calo di altri prodotti come carne e latticini nel mese di agosto. Tuttavia, il prezzo medio di cinque beni di base è sceso rispetto al picco raggiunto nel marzo 2022.
Nel frattempo, il Portogallo ha esteso fino alla fine dell’anno l’esenzione IVA sui prodotti alimentari di base per aiutare i consumatori a sostenere il costo della vita.
Anche un altro paese europeo, la Francia, ha preso provvedimenti per combattere l’aumento dei costi alimentari, raggiungendo un accordo con i produttori il mese scorso per congelare o ridurre i prezzi su una serie di beni, compresi i prodotti alimentari.
Tuttavia, il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha affermato che alcuni produttori non stanno facendo abbastanza per aiutare a combattere l’inflazione, indicando Nestlé, PepsiCo e Unilever come tra coloro che non rispettano la linea.
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