I dati sulla fiducia di novembre hanno indicato un ampio miglioramento sia tra i consumatori che tra le imprese, arrestando un calo iniziato a luglio. Rimaniamo molto cauti nell’interpretare la lettura di novembre come un segnale di inversione, ma mostra che un rallentamento causato principalmente dall’impatto dell’aumento dell’inflazione potrebbe rivelarsi – per ora – contenuto.
La fiducia dei consumatori ha guadagnato otto punti a novembre, raggiungendo i livelli di agosto. È interessante notare che il principale motore della ripresa è stato il significativo miglioramento della componente climatica in futuro. I consumatori sembrano aspettarsi un miglioramento delle condizioni economiche in Italia, con un impatto positivo sulla disoccupazione in futuro. Dato il contesto attuale, con l’inflazione che continua ad aumentare e la dinamica salariale in calo, non è facile giustificare un tale capovolgimento. Una possibile spiegazione potrebbe essere l’allentamento post-elettorale, visto che il nuovo governo Meloni ha annunciato il suo continuo sostegno alle famiglie per compensare gli effetti negativi dello shock energetico sul reddito disponibile.
Nel mondo degli affari, i margini di ripresa della fiducia sono stati ampi, con l’eccezione delle costruzioni, dove la fiducia ha continuato a scendere dai massimi storici. Come per i consumatori, sembra esserci una chiara distinzione tra lo stato attuale degli affari e le aspettative al riguardo. Prendendo ad esempio i produttori, vedono peggiorare gli ordini ed evidenziano un aumento delle scorte di prodotti finiti, che implica una debole domanda attuale, ma allo stesso tempo indica un forte aumento della produzione attesa.
Quando si guarda ai servizi, ciò che emerge è il ruolo centrale del turismo. Dopo il brusco calo di settembre e ottobre, la fiducia nel settore del turismo ha registrato un forte rimbalzo, raggiungendo i livelli di agosto. È interessante notare che il miglioramento è guidato dagli ordini correnti e previsti, entrambi i quali producono guadagni altrettanto ampi. Sulla base dei precedenti dati di fiducia ci saremmo aspettati che il turismo scomparisse durante il quarto trimestre; I dati di novembre sembrano indicare che la stagnazione del settore è forte e che il previsto freno alla crescita potrebbe quindi essere minore.
Nel complesso, nonostante i dati di fiducia sorprendentemente forti di oggi, non pensiamo che sia in atto un’inversione di tendenza economica, per il momento. L’impatto negativo dell’inflazione continua a farsi sentire sia sui consumatori che sulle imprese e riteniamo che le misure di ricapitalizzazione non saranno sufficienti per evitare una contrazione del PIL nel quarto trimestre di quest’anno. Ma è probabile che si tratti di una contrazione molto piccola, che aggiunge rischi al rialzo alla nostra attuale previsione di crescita del PIL del 3,6% nel 2022.
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