Ha sottolineato il rapporto di Microsoft pubblicato venerdì e le sue conclusioni secondo cui “gli hacker iraniani hanno violato l’account di un funzionario di alto rango nella campagna presidenziale degli Stati Uniti nel giugno 2024, che coincide con il momento della selezione da parte del presidente Trump di un candidato alla vicepresidenza”.
“Gli iraniani sanno che il presidente Trump metterà fine al loro regno di terrore proprio come ha fatto nei suoi primi quattro anni alla Casa Bianca”, ha detto Cheung, aggiungendo un avvertimento che “qualsiasi organo di stampa o notiziario che ripubblichi documenti o comunicazioni interne sta seguendo gli ordini dei nemici dell’America e facendo esattamente quello che fanno”.
In risposta al rapporto di Microsoft, la missione dell’Iran presso le Nazioni Unite ha negato di avere intenzione di interferire o lanciare attacchi informatici nelle elezioni presidenziali americane.
Cheung non ha risposto immediatamente alle domande riguardanti le interazioni della campagna con Microsoft sull’argomento. Microsoft ha dichiarato sabato di non avere commenti oltre al post sul blog e al rapporto pubblicato venerdì.
In quel rapporto, Microsoft affermava che “l’influenza straniera maligna relativa alle elezioni americane del 2024 è iniziata lentamente ma ha accelerato costantemente negli ultimi sei mesi a causa inizialmente delle operazioni russe, ma più recentemente a causa dell’attività iraniana”.
L’analisi continua: “Le operazioni di influenza informatica iraniane sono state una caratteristica costante di almeno gli ultimi tre cicli elettorali negli Stati Uniti. Le operazioni dell’Iran sono state notevoli e distinte dalle campagne russe essendo apparse più tardi nella stagione elettorale e utilizzando attacchi informatici più diretti verso lo svolgimento delle elezioni piuttosto che influenzare lo svolgimento delle elezioni”.
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“Le attività recenti suggeriscono che il regime iraniano – insieme al Cremlino – potrebbe essere ugualmente coinvolto nelle elezioni che si terranno nel 2024”.
Nello specifico, il rapporto afferma che nel giugno 2024, un’unità di intelligence militare iraniana, chiamata Mint Sandstorm, ha inviato un’e-mail fraudolenta a una campagna presidenziale statunitense tramite l’account violato di un ex consigliere.
“Il messaggio di phishing contiene un falso reindirizzamento contenente un collegamento ipertestuale che indirizza il traffico attraverso un dominio controllato dall’autore prima di reindirizzarlo al dominio elencato”, afferma il rapporto.
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