giovedì, Novembre 14, 2024

La giunta guineana mantiene gli impegni commerciali, promette un governo “sindacale”

Il colonnello dietro il colpo di stato in Guinea lunedì ha promesso agli investitori che gli affari non sarebbero stati influenzati dall’ultimo colpo di stato del paese e ha promesso di formare un “governo sindacale nazionale” per supervisionare la transizione politica.

In un discorso il giorno dopo che i suoi uomini hanno arrestato il presidente 83enne, aprendo una nuova pagina nella lunga storia di disordini della Guinea, il colonnello Mamady Domboya ha anche dichiarato che non ci sarebbe stata alcuna “caccia alle streghe” per i membri dell’ex governo.

Ha promesso che la Guinea “rispetterà tutti i suoi impegni (e) accordi minerari”, sottolineando il suo “impegno a un trattamento preferenziale degli investimenti stranieri nel paese”.

Ha anche detto che saranno avviate “consultazioni” che “stabiliranno i parametri generali” per la transizione politica.

Domenica, le forze speciali di Domboya hanno arrestato il presidente Alpha Conde, un ex campione della democrazia che sta affrontando una rabbia crescente per aver oltrepassato i limiti costituzionali del suo mandato presidenziale.

Il malcontento pubblico sta fermentando da mesi per l’economia stabile colpita dal virus Covid e la leadership di Conde, che è diventato il primo presidente democraticamente eletto della Guinea nel 2010.

Domboya è apparso domenica alla televisione pubblica, indossando la bandiera nazionale, accusando il governo di “corruzione endemica” e “violazione dei diritti dei cittadini”.

Un video inviato dai golpisti all’AFP domenica mostrava Conde seduto su un divano circondato dalle truppe.

– Una nazione travagliata –

La stabilità è stata osservata raramente da quando è stata dichiarata l’indipendenza dalla Francia nel 1958, e la repressione sanguinosa è radicata.

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Decine sono state uccise durante le manifestazioni contro la sua offerta per un terzo mandato e altre centinaia sono state arrestate.

Gli ultimi disordini sono scoppiati domenica mattina quando sono scoppiati colpi di arma da fuoco nel centro di Conakry. Per diverse ore la situazione è stata poco chiara, con il governo che ha affermato che l’attacco al palazzo presidenziale è stato “respinto”.

La fine del regime di Condé ha suscitato giubilo in alcune parti di Conakry, soprattutto nelle zone pro-opposizione.

Conakry, una città normalmente trafficata, lunedì si è svegliata silenziosamente e molti negozi erano chiusi.

Centinaia di persone si sono attaccate alla recinzione, molte delle quali cantando “Libertà, libertà” e “Lunga vita all’esercito”.

Al di fuori della Guinea, i leader internazionali hanno condannato la recente ondata di disordini in una regione in cui molti paesi sono afflitti da povertà, disuguaglianza e spargimento di sangue jihadista.

Sia l’Unione africana che le Nazioni Unite hanno chiesto il rilascio di Konde.

Il colpo di stato è stato condannato dall’Unione Europea e dalla Francia, l’ex potenza coloniale, l’ultima in una regione che ha visto di recente acquisizioni militari in Mali e Ciad.

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