La NASA e altre agenzie spaziali di tutto il mondo hanno recentemente concentrato molta della loro attenzione su Marte. Ha senso, perché Marte è il pianeta più simile alla Terra e l’unico che, per quanto ne sappiamo, ha avuto le migliori possibilità di ospitare la vita ad un certo punto del suo passato. Venere, che oggi è un inferno tossico con temperature che sfiorano i 1.000 gradi Fahrenheit e una densa atmosfera che ci soffocherebbe in un batter d’occhio, è un mondo roccioso come la Terra e Marte, ma certamente incompatibile con la vita come la conosciamo. Dove si è verificato l’errore? Questo è ciò che la NASA vuole scoprire.
a Nuovo annuncioLa NASA rivela di aver scelto due nuove missioni che si dirigeranno su Venere per studiarne l’atmosfera e la geologia. Le due missioni – chiamate DAVINCI+ e VERITAS – mirano a rispondere ad alcune delle più grandi domande sull’altro vicino della Terra e forse anche a far luce su come la Terra sia stata abbastanza fortunata da essere compatibile con la vita.
Le due missioni sono simili in quanto conterranno orbite piene di attrezzature e gadget avanzati. Tuttavia, studieranno aspetti molto diversi del pianeta mentre aiutano gli scienziati a capire come è nata Venere che vediamo oggi.
DAVINCI+ – abbreviazione di Venus’ Deep Atmosphere Examiner for Noble Gases, Chemistry and Imaging – studierà l’atmosfera del pianeta, che è uno dei motivi principali per cui le condizioni sulla sua superficie sono così estreme. L’atmosfera è costituita principalmente da anidride carbonica e può fornire indizi su come appariva il pianeta in un lontano passato. La missione cercherà anche di rivelare se Venere ha o meno un oceano.
VERITAS – Venus Emissivity, Radio Science, InSAR, Topography and Spectroscopy – rileverà la superficie del pianeta e produrrà mappe 3D e modelli del mondo roccioso sotto spesse nuvole. La sonda sarà dotata di strumenti in grado di identificare il tipo di roccia che ricopre la superficie del pianeta e di indagare sui processi geologici ancora in corso, compresi i vulcani attivi e la tettonica a zolle.
“Stiamo accelerando il nostro programma di scienze planetarie con un’ampia esplorazione di un mondo che la NASA non visita da più di 30 anni”, ha dichiarato in una nota Thomas Zurbuchen, amministratore associato della NASA. “Utilizzando tecnologie all’avanguardia sviluppate dalla NASA e perfezionate in molti anni di missioni e programmi tecnologici, stiamo entrando in un nuovo decennio di Venere per capire come un pianeta simile alla Terra potrebbe diventare una serra. I nostri obiettivi sono profondi. Non è solo sulla comprensione dell’evoluzione e dell’abitabilità dei pianeti nel nostro sistema. Non solo il sistema solare, ma si estende oltre questi limiti agli esopianeti, un’area di ricerca eccitante ed emergente per la NASA.”
Le missioni non hanno ancora date di lancio confermate, ma dovrebbero essere lanciate in cielo tra il 2028 e il 2030
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