È stato raggiunto un accordo affinché le società ungheresi utilizzino la parte di proprietà della società ungherese del porto italiano di Trieste per le loro operazioni di esportazione a partire dal 2026, per iniziare presto gli investimenti preparatori. dichiarato Mercoledì a Roma.
Mercoledì il ministro ungherese ha avuto un colloquio con il vicepremier italiano Matteo Salvini, al termine del quale l’obiettivo del governo ungherese dell’area acquisita nel porto di Trieste è quello di garantire un rapido e agevole accesso al mare alle compagnie ungheresi.
Ha affermato che è stato presentato un concetto di sviluppo che porterebbe alla creazione di un porto in grado di movimentare 2,5 milioni di tonnellate di merci all’anno su strada e su rotaia.
Secondo Sijardo,
Con un piano di sviluppo congiunto, Ungheria e Italia puntano a fare di Trieste uno dei porti più importanti dell’Europa centrale.
Italia e Ungheria ufficialmente Finalizzato Nel 2019 l’accordo ha concesso all’Ungheria diritti di concessione per l’estensione di 300 m di fondale a Trieste. In totale, il governo ungherese ha pagato all’Italia 31 milioni di euro per i diritti di concessione di 60 anni dell’area.
Mercoledì il ministro degli Esteri ungherese ha incontrato il ministro italiano dell’Industria, Adolfo Urso, e ha discusso con lui dei rapporti economici. Come ha affermato Szijjártó, l’Italia è una delle economie più sviluppate al mondo, quindi la cooperazione aiuterà l’Ungheria a evitare la recessione.
Il ministro ha aggiunto che le imprese italiane sono la nona comunità di investitori in Ungheria. L’Italia è il quarto partner commerciale estero, con scambi bilaterali che hanno raggiunto la cifra record di 12 miliardi di euro l’anno scorso e dovrebbero crescere del 20-25% quest’anno.
All’incontro Szijjártó ha parlato di immigrazione clandestina, che riguarda anche l’Italia. Ha detto che è importante che le voci contro l’immigrazione clandestina, come quelle in Italia e in Ungheria, si uniscano e facciano più rumore possibile. Ha insistito sul fatto che questo era il modo per costringere Bruxelles a smettere di sostenere l’immigrazione.
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