Roma (Afp) – La scoperta della peste suina africana nel nord Italia ha portato i produttori di suini italiani a temere ingenti danni economici a un’importante esportazione agricola, costringendoli a tagliare le stagioni ufficiali per la caccia e la raccolta dei tartufi pregiati.
All’inizio di questo mese, un caso del virus, che può essere fatale per i maiali ma non nuoce all’uomo, è stato scoperto in un cinghiale nella regione Piemonte dell’Italia nord-occidentale.
I cinghiali, la cui carne viene utilizzata nei sughi per la pasta, sono una preda popolare per i bracconieri in Italia.
I ministri della salute e dell’agricoltura del Paese hanno vietato la caccia e altri accessi pubblici a foreste e parchi in alcune parti della Liguria e del Piemonte nel tentativo di prevenire la diffusione del virus a più animali.
Per ridurre le possibilità di contatto con altri cinghiali potenzialmente infetti, parti di queste due aree sono state dichiarate vietate a ciclisti ed escursionisti, alla pesca e alla caccia. Inoltre non è consentita la raccolta del tartufo. Anche la raccolta dei funghi è stata vietata per i prossimi mesi.
Secondo il calendario ufficiale della caccia al tartufo piemontese, che utilizza i cani, la stagione per la raccolta dei tartufi bianchi di alto pregio, compresi quelli piemontesi di Alba, termina il 31 gennaio, quindi la maggior parte della stagione è già iniziata. .
Alcuni tartufi neri dovrebbero essere finiti entro novembre o dicembre, a seconda della specie, ma altri tipi di tartufo nero di solito verranno raccolti ancora durante il resto dell’inverno.
La lobby degli allevamenti italiani Confagricoltura afferma che Cina, Giappone, Taiwan e Kuwait hanno già interrotto le importazioni di carne suina italiana e che anche la vicina Svizzera ha imposto alcune restrizioni.
Le esportazioni italiane di carne di maiale e prodotti a base di carne di maiale ammontano a 1,5 miliardi di euro (1,7 miliardi di dollari) all’anno, di cui circa un terzo proviene dalle vendite al di fuori dell’Unione Europea.
Altre regioni del nord Italia stanno premendo per una repressione dei cinghiali al di fuori dell’area colpita nel tentativo di salvare la loro produzione di carne di maiale.
“La peste suina africana può infettare maiali e maiali, è altamente contagiosa, spesso fatale”, ha affermato Gianluca Barbacovi, capo della lobby dell’azienda Coldiretti nella regione italiana del Trentino-Alto Adige.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare afferma che i suini e i suini sani vengono infettati, tra l’altro, dal contatto con animali infetti, inclusi cinghiali e cinghiali.
La diffusione del cinghiale ha colpito negli ultimi anni anche le aree urbane, compresi alcuni quartieri della capitale, Roma. I maiali sfondano le recinzioni che circondano i parchi alla periferia della città e invadono le strade per sradicare la spazzatura per il cibo.
I lobbisti del prestigioso Prosciutto di Parma (prosciutto di Parma) si sono affrettati a dissipare le preoccupazioni dei consumatori, affermando che il processo di invecchiamento della carne rende innocuo il virus della peste suina africana.
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