Secondo i dati dell’Istituto italiano di statistica, i dati sulla produzione industriale italiana sono rimbalzati dello 0,5% a maggio, ma sono ancora in calo del 3,3% su base annua se corretti per i giorni lavorativi. La produzione è ancora inferiore del 5,7% rispetto ai tempi pre-Covid.
Osservando i principali aggregati, notiamo che la ripresa ha interessato i beni di consumo, i beni intermedi e l’energia, mentre i beni di investimento hanno registrato un’altra contrazione mensile. Non ci sono indicazioni importanti sulle specificità del settore, ma c’è una timida indicazione che i settori ad alta intensità energetica come quello chimico potrebbero finalmente beneficiare della riduzione dei prezzi dell’energia.
Il dato complessivo, in linea con le nostre aspettative, mostra che la fase di debolezza industriale è lungi dall’essere finita. Recenti indagini presso le imprese non indicano alcun miglioramento imminente rilevante nella produzione industriale. I sottoindici della produzione e degli ordini sono scesi ulteriormente a giugno, raggiungendo il livello più basso da dicembre 2020. Solo un calo temporaneo del sottoindice delle scorte suggerisce che un certo ricostituzione delle scorte potrebbe aiutare l’attività produttiva futura, ma è improbabile che ciò si concretizzi entro la fine dell’anno. . Anche ipotizzando un altro leggero aumento nei dati di giugno, la produzione industriale del secondo trimestre sembra destinata a registrare la quinta contrazione trimestrale consecutiva, suggerendo che l’industria non sarà un motore di crescita nel trimestre.
Il comunicato odierno sembra essere coerente con la nostra visione secondo cui la crescita del PIL italiano nel secondo trimestre non ripeterà la crescita sorprendentemente forte osservata nel primo trimestre. Attualmente prevediamo un aumento trimestrale dello 0,2%, trainato dal settore dei servizi.
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