venerdì, Novembre 15, 2024

La risoluzione del Parlamento Ue condanna la retorica anti-diritti dell’Italia, paragonandola a Polonia e Ungheria

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Il Parlamento europeo ha attaccato la recente retorica del governo italiano, paragonando l’Italia e la sua posizione anti-LGBTQ+ ad altri paesi come Polonia e Ungheria.

In una risoluzione approvata di recente, il Parlamento ha condannato la diffusione della retorica anti-diritti, anti-sessista e anti-LGBTQ+ da parte di influenti leader politici e governi dell’UE, citando in particolare Ungheria, Polonia e Italia.

La risoluzione esprime inoltre la preoccupazione del Parlamento per la diffusione globale di movimenti anti-diritti, anti-genere e anti-LGBTQ+ alimentati da leader politici e religiosi di tutto il mondo, compresi quelli dell’UE.

Dei 527 membri del Parlamento europeo che hanno votato, 282 hanno approvato la risoluzione, 235 si sono opposti e dieci si sono astenuti. La risoluzione fa parte di uno sforzo più ampio per chiedere la criminalizzazione universale dell’omosessualità e dell’identità transgender.

Contraria alla delibera, la deputata di Forza Patrizia Marrocco ha definito offensiva la mossa, sostenendo che paragonare l’Italia a paesi autoritari fosse un grave insulto a una nazione democratica e civile come l’Italia.

Parlando con Euractive, ha espresso la sua disapprovazione per la banalizzazione e la strumentalizzazione dei recenti eventi in Uganda e per le leggi discriminatorie che impongono la pena di morte ai diritti LGBT+. Ha anche promesso che il governo italiano non comprometterà i diritti LGBT+ né discriminerà le persone in base al loro orientamento sessuale.

Al contrario, il Partito democratico italiano condivide la posizione del Parlamento europeo e ha criticato la “deriva pericolosa” dell’attuale governo italiano.

La senatrice Cecilia D’Elia ha detto che la risoluzione del Parlamento europeo ha confermato ciò che molti in Italia avevano già riconosciuto: le visioni sbagliate del governo sui diritti avevano sempre più allineato l’Italia con le posizioni del viceregno.

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Ultimo aggiornamento il 24 aprile 2023

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