venerdì, Novembre 15, 2024

L’Europa non deve dimenticare il mercato unico

Lo scrivente, senatore italiano a vita, è stato Presidente del Consiglio italiano e Commissario UE per il mercato unico e la concorrenza

I ministri della competitività dell’UE si riuniscono oggi per celebrare il 30° anniversario del mercato unico. Dovrebbero essere orgogliosi di aver costruito le fondamenta su cui è costruita l’intera Unione europea.

Ironia della sorte, i benefici di un’impresa di tale successo, i cui genitori erano politici britannici (il primo ministro Margaret Thatcher e il commissario Arthur Cockfield), alla fine saranno ceduti al Regno Unito come parte della Brexit. Il Consiglio Competitività dovrebbe riflettere su questo precedente. I 27 Stati dell’UE ora rischiano di perdere poco a poco il mercato unico a causa della ricerca di “autonomia strategica” e sicurezza economica che, date le minacce geopolitiche, sono diventate una priorità assoluta.

L'”autonomia” o la “sicurezza” dovrebbero essere perseguite a livello nazionale, anche se comportano violazioni delle norme dell’UE? O tali obiettivi sono più facilmente raggiungibili unendo le forze? In tal caso, il mercato unico e alcune politiche comuni meritano una priorità maggiore di quella che ricevono attualmente.

Il presidente francese Emmanuel Macron aveva ragione quando ha scritto di recente: “Ciò di cui abbiamo bisogno ora è un quadro completo per attuare questo consenso europeo sulla sovranità”. Ha proposto una dottrina basata sui “Cinque Pilastri”. “Il primo pilastro è il più ovvio”, ha detto. “Impegno per la competitività, ulteriore integrazione e approfondimento del mercato unico dell’UE, che è la prima condizione per creare campioni europei”.

Macron ha continuato a sottolineare la politica industriale, una tradizionale preoccupazione francese. Penso che la politica industriale, purché formulata in modo chiaro, possa essere importante. È improbabile che si ritorni contro fintanto che il suo primo pilastro sarà rispettato. Ma in caso contrario, il danno al mercato unico minerebbe una fonte fondamentale della competitività europea.

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La Commissione europea presenterà a giugno una strategia di sicurezza economica, che dovrebbe includere una sezione speciale sul potenziamento del mercato unico. Cinque questioni, in particolare, richiedono un’azione urgente per migliorare la loro profondità e resilienza.

In primo luogo, è sorprendente che gli strumenti di cui dispone la Commissione per far fronte alle violazioni delle norme del mercato unico siano gli stessi di 30 anni fa. Dovrebbe essere possibile armonizzarli con quelli che sono stati disponibili per forzare la concorrenza sin dalla firma del Trattato di Roma.

In secondo luogo, sono ancora necessari progressi per porre il settore dei servizi, che è fondamentale in termini di contributo al PIL, su una base vagamente paragonabile ad altri settori dell’economia.

In terzo luogo, il grado di integrazione nella cosiddetta unione delle banche e dei mercati dei capitali è deplorevole. Ciò può essere spesso attribuito a una forma di nazionalismo “morbido” da parte di governi, regolatori e banche centrali nazionali.

In quarto luogo, la coerenza del mercato unico continua ad essere fortemente ostacolata da interconnessioni insufficienti nei settori dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni. È un peccato che i massicci sforzi di investimento compiuti nel contesto del Fondo europeo per la ripresa dalla pandemia di prossima generazione non si siano concentrati maggiormente sui progetti transfrontalieri.

Infine, l’attuale comitato, guidato da Ursula von der Leyen, ha saputo trasformare sfide drammatiche come la pandemia o la guerra in Ucraina in opportunità per una migliore governance e una maggiore accettazione del ruolo del comitato.

Eppure non si ha l’impressione che uno sforzo simile sia stato compiuto nel compito meno drammatico, ma non per questo meno importante, di apportare i massicci miglioramenti necessari al mercato unico. Ciò è cruciale ora perché questo solido pilastro dell’Unione europea si affianca a preoccupazioni moderne come l’autonomia strategica e la sicurezza economica.

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