venerdì, Novembre 15, 2024

L’inflazione italiana ha continuato a rallentare a settembre, anche se a un ritmo più lento pop

L’energia non è al centro del moto retrogrado, almeno per questo mese

La traiettoria discendente dell’inflazione italiana è stata confermata a settembre, ma a un ritmo in rallentamento. Secondo la stima preliminare diffusa dall’Istituto nazionale di statistica (Istat), il tasso di inflazione complessiva è sceso al 5,3% (dal 5,4% di agosto), in linea con le nostre aspettative. L’indice principale, che esclude energia e alimenti freschi, è sceso al 4,6% (dal 4,8% di agosto). Il tasso consolidato si attesta al 5,7% (dal 5,5% di agosto). Alla base del leggero calo dell’inflazione CPI c’è stato il rallentamento delle componenti alimentari e dei beni durevoli, che ha compensato l’aumento dei beni energetici e dei servizi di trasporto non regolamentati e il calo dei beni energetici regolamentati. Il riporto statistico dell’inflazione complessiva al 2023 è ora pari al 5,7%.

È interessante notare che, mentre l’inflazione dei beni è rallentata al 6% (dal 6,3% di agosto), l’inflazione dei servizi è salita al 4,1% (dal 3,6%), il che potrebbe indicare crescenti pressioni salariali (ad un 3% a/a senza accelerazione). ). luglio) è in qualche modo filtrato. Se confermato, ciò potrebbe rappresentare una disconnessione tra le misure chiave e quelle fondamentali, con queste ultime che probabilmente saranno più persistenti in futuro.

Grandi effetti base si verificheranno in ottobre

Se la componente energetica è stata meno forte a settembre, ciò non dovrebbe essere il caso in ottobre, quando si manifestano significativi effetti base legati all’energia, nonostante le continue pressioni sui prodotti energetici raffinati e sui prezzi del gas. L’Autorità nazionale di regolazione dell’energia ARERA ha annunciato ieri che nel quarto trimestre del 2023 i prezzi regolamentati dell’elettricità aumenteranno del 18,6% rispetto al trimestre precedente. Nonostante ciò, a causa dell’effetto base favorevole, il prezzo dell’elettricità regolamentata in questo trimestre diminuirà del 57% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il rumore amministrativo nella dinamica dei prezzi dell’energia non si limita all’elettricità, ma si estende al gas , come ha già fatto il governo rifinanziando l’eliminazione temporanea di alcuni costi strutturali e la riduzione dell’Iva al 5% fino alla fine del 2023. L’impatto della base energetica, di per sé, potrebbe portare ad una riduzione di circa due punti percentuali rispetto inflazione complessiva IPC in ottobre.

La linea dell’inflazione continua a portare a ulteriori cali, ma a un ritmo più debole dopo ottobre

Per quanto riguarda le materie prime, la conduttura dei prezzi continua a inviare segnali confortanti. Nonostante la crisi energetica, l’inflazione PPI è scesa ad agosto al -12,2% a/a (dal -10,2% di luglio). L’inflazione netta dell’indice dei prezzi al consumo energetico è scesa allo 0,6% (dall’1,3% di luglio), annunciando valori più bassi nella sottocomponente dei beni dell’indice dei prezzi al consumo.

I segnali incoraggianti provenienti dal fronte dell’IPP si riflettono solo in parte nelle intenzioni di stabilizzazione dei prezzi, come riportato nei dati sulla fiducia delle imprese di settembre. In modo più incoraggiante, la parte relativa ai servizi dell’indagine indica una ripresa della tendenza al ribasso nelle intenzioni di prezzo dopo due aumenti successivi. Il sottoindice è sceso nuovamente a settembre, raggiungendo 3,6, il livello più basso da ottobre 2021. Il deterioramento del contesto economico colpisce sempre più il settore dei servizi, limitando il potere di determinazione dei prezzi delle aziende. La sostenibilità di tutto ciò dipenderà anche dall’andamento dei costi salariali. Qui gli indicatori sono contrastanti. Se nei prossimi mesi saranno probabilmente apportate ulteriori concessioni salariali, in linea di principio, i primi segnali di condizioni meno stringenti sul mercato del lavoro potrebbero contribuire a limitare il margine per un’ulteriore significativa accelerazione.

Nel complesso, ci aspettiamo che dopo il calo significativo di ottobre, dovuto al forte effetto base legato all’energia, il profilo dell’inflazione possa stabilizzarsi per diversi mesi durante l’inverno. Per ora, siamo lieti di confermare la nostra previsione di inflazione media per il 2023 al 6,4% a/a.