28 febbraio 2022 alle 11:19 ET
Alla sfilata di Giorgio Armani di ieri, che ha concluso la settimana della moda milanese, lo stilista 87enne ha mandato in passerella la sua collezione in un silenzio imbarazzante. Da un altoparlante, una voce ha spiegato che la sua decisione di non usare musica nello show era un “segno di rispetto per le persone nella tragedia in corso”. Nonostante la strana omissione delle parole “Russia” o “Ucraina”, il messaggio era abbastanza chiaro. Le modelle, nei tranquilli e lussuosi classici Armani, tra cui giacche di velluto fantasia e abiti scintillanti a maniche lunghe, si sono pavoneggiate sulla passerella sfarzosa senza la solita colonna sonora, solo l’occasionale fruscio di telecamere e scarpe col tacco alto.
Questa cupa mossa segna una rara coincidenza della gravità degli eventi globali con il vertiginoso Carnevale della settimana della moda. Risale anche al febbraio 2020, quando Armani è stato uno dei primi designer a riconoscere la crescente epidemia non invitando gli ospiti al suo spettacolo, che si è svolto in un teatro vuoto. Come uno dei principali statisti indiscussi della moda, sa che in un settore che ruota attorno all’immagine, il simbolismo è importante. Cancellare la musica dalla sfilata potrebbe essere visto come un gesto vuoto o rispettoso, o forse un po’ di entrambi.
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