sabato, Novembre 16, 2024

L’Italia cerca di punire l’uso dell’inglese


In base a una nuova legge, gli italiani che usano l’inglese e altre parole straniere nelle comunicazioni ufficiali potrebbero essere multati fino a € 100.000 ($ 108.705).

Fabio Rambelli, membro della Camera bassa dei rappresentanti, ha introdotto la legge con il sostegno aperto del premier di destra Giorgia Meloni e del partito Fratelli d’Italia.

La legge menziona tutte le lingue straniere, ma pone un accento specifico sull’esclusione Anglomania O l’uso di parole inglesi, che secondo il disegno di legge “svilisce e degrada” la lingua italiana, forse aggravata dal fatto che il Regno Unito non fa più parte dell’UE.

Il disegno di legge non è stato ancora discusso in parlamento, ma richiederebbe a chiunque ricopra un incarico nella pubblica amministrazione di avere “conoscenza scritta e orale e padronanza della lingua italiana”.

Vieta inoltre severamente l’uso dell’inglese nei documenti ufficiali, comprese “abbreviazioni e titoli” di posizioni lavorative nelle aziende operanti in tutta Italia.

Secondo un rapporto della CNN, il disegno di legge richiede alle società straniere di conservare versioni in lingua italiana di tutti i controlli interni, registri e contratti di lavoro.

Il disegno di legge aggiungeva: “Non è solo una questione di moda, le mode passano, ma l’anglomania ha conseguenze per la società nel suo insieme”.

Il primo articolo della legge stabilisce che l’italiano deve essere la lingua principale, anche negli uffici o nei luoghi di lavoro dove c’è contatto con stranieri o partner di lingua italiana. Un secondo articolo proposto rende la lingua italiana “obbligatoria per la promozione e fruizione di beni e servizi pubblici nel territorio nazionale”.

Per il mancato rispetto di questa legge possono essere inflitte multe comprese tra € 5.000 ($ 5.435) e € 100.000 ($ 108.705).

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Il ministero della Cultura italiano istituirà un comitato separato ai sensi della nuova legge per concentrarsi su “l’uso corretto della lingua italiana e la sua pronuncia” nelle scuole, nei media, nel commercio e nella pubblicità.

Un esempio popolare di pronuncia errata è dire “pru-shetta” invece di “pru-sketta” che può diventare un reato punibile.

Altre recenti mosse per proteggere la lingua includono regole su come il cibo vegetariano e vegano è descritto sulla confezione, secondo il ministro della Salute di Meloni, Horacio Schillaci.

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