L’Italia rischia di spendere meno del previsto per il piano di ripresa e resilienza e di non rispettare una scadenza fondamentale per l’erogazione della terza tranche dei fondi per la ripresa.
Il ministro per gli Affari europei Raffaele Fito (Fratelli d’Italia/Ecr) è stato il primo a lanciare l’allarme. Corriere della Sera Che il costo non è sufficiente.
“La previsione di spesa del PNR quando è stata approvata era di 42 miliardi di euro il 31 dicembre, poi è stata rettificata a 33 miliardi di euro per la prima volta ea 22 miliardi lo scorso settembre”, ha spiegato il ministro.
“Nei prossimi giorni vedremo quanto è stato speso, e temo che la percentuale di spesa non sarà altissima e sarà lontana dai 22 miliardi di euro”, ha ammesso.
Diversi ministri del governo Maloney hanno ammesso di faticare a raggiungere i 55 obiettivi concordati con l’UE entro la fine dell’anno.
“Siamo tutti impegnati a raggiungere gli obiettivi il 31 dicembre, ma dobbiamo avere la capacità di guardare oltre questa scadenza”, ha detto il ministro per gli Affari europei.
Nel tentativo di sottolineare la disponibilità del governo Meloni a lavorare a stretto contatto con Bruxelles, Fito ha aggiunto: “E’ importante mettersi d’accordo con la Commissione e lo faremo con una relazione dettagliata sullo stato di attuazione del PNR”.
Un’altra sfida per il PNR italiano sono le modifiche proposte dal governo per allineare la spesa alle nuove esigenze economiche del paese, che sono cambiate dallo scoppio della guerra in Ucraina e dall’aumento dei prezzi dell’energia.
Il commissario Ue per gli affari economici Paolo Gentiloni ha esortato l’Italia a muoversi rapidamente e ha cercato di contestualizzare la situazione confrontandola con altri paesi europei.
“Tutti i paesi hanno difficoltà. “Alcuni hanno chiesto un rinvio al 2026, ma non è possibile dal punto di vista tecnico, politico e legale”, ha detto Gentiloni.
Eventuali ritardi nell’attuazione andrebbero affrontati, ma “l’impegno principale è cercare di rispettare tempi e scadenze”.
(Federica Pascale | EURACTIV.it)
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