sabato, Novembre 16, 2024

L’Italia prevede che Stellantis, capogruppo di Fiat, raddoppierà la produzione automobilistica nazionale

ROMA (Reuters) – Il ministro dell’Industria italiano, Adolfo Orso, ha dichiarato martedì che l’Italia si aspetta che la società madre della Fiat, Stellantis (STLAM.MI), raddoppi più del numero di auto prodotte nel Paese.

Urso ha parlato il giorno dopo aver incontrato Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis. Dopo i colloqui a Roma, le due parti hanno parlato di raggiungere un obiettivo di produzione annuale di 1 milione di unità, senza una tempistica specifica.

Parlando al canale di notizie SkyTG24, il ministro si è lamentato del fatto che la produzione annua di auto italiane dello scorso anno sia scesa a circa 450.000 unità “nonostante gli incentivi (governativi)”.

“Abbiamo fissato un numero (obiettivo), 1 milione di auto, e Tavares ha detto che poteva farlo, passando da 450.000 a 1 milione di auto”, ha detto Urso nell’incontro con il capo di Stellantis.

Un portavoce di Stellantis ha affermato che l’azienda “spera” di creare le giuste condizioni per invertire il declino della produzione automobilistica italiana.

Facendo eco a una dichiarazione di lunedì, il portavoce ha affermato che Stellantis attende con impazienza una “road map” che alla fine potrebbe portarla a produrre un milione di “automobili” in Italia, anziché solo automobili.

Di solito si comprende che i veicoli includono anche altri prodotti automobilistici come autocarri e autocarri leggeri, anch’essi prodotti in Italia in quantità relativamente elevate.

Secondo il sindacato FIM-CISL, la produzione totale di veicoli Stellantis in Italia lo scorso anno è stata di circa 685.750 unità, di cui quasi 480.000 auto e 206.000 furgoni.

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Lunedì, Stellantis ha anche affermato che l’aumento della produzione in Italia dipende da diversi fattori, tra cui le aspettative del mercato, l’accessibilità dei veicoli, l’impatto della normativa sulle emissioni Euro 7 e gli incentivi per sostenere la competitività dell’Italia.

Ulteriori segnalazioni di Federica Orso, Giulio Piovaccari e Giuseppe Fonte; A cura di Bill Berkrot

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