Martedì l’Italia ha firmato una lettera di intenti volta a eliminare l’antisemitismo negli stadi di calcio di tutto il Paese.
Casi di razzismo e antisemitismo sono comuni negli stadi italiani, con i tifosi che regolarmente fischiano o urlano insulti ai giocatori neri, usano la parola “ebreo” come un insulto ed espongono simboli nazisti o fascisti.
Il Ministro dell'Interno italiano Matteo Piantidosi ha affermato durante la cerimonia della firma della dichiarazione tenutasi a Roma, alla quale hanno partecipato anche il Ministro dello Sport italiano e il capo della Federcalcio italiana, che l'iniziativa rappresenta un “grande contributo” al calcio.
La dichiarazione vieterà ai calciatori di indossare il numero 88 – un riferimento al saluto “Heil Hitler” – e vieterà i simboli riferiti al nazismo.
Richiederà inoltre ai tifosi di utilizzare un linguaggio non discriminatorio in tutti gli eventi pubblici e stabilirà linee guida su come sospendere le partite in caso di discriminazione.
Iniziativa Italia
La comunità ebraica in passato ha esortato le autorità sportive italiane a fare di più per eliminare l’antisemitismo negli stadi.
Lo scorso marzo, durante la vittoria per 1-0 della Lazio sulla Roma nel derby cittadino, un tifoso indossava una maglia della Lazio recante il nome “Hitlerson” e il numero 88, mentre altri due tifosi eseguivano il “saluto romano”, associato al fascismo.
Commentando le foto e i video circolati sui social dopo la partita, la responsabile della comunità ebraica di Roma, Ruth Dorigillo, ha twittato: “…Possibile che tutti continuino a ignorarlo?”
La Lazio ha poi dichiarato che ai tre tifosi sarebbe stato vietato a vita di assistere a qualsiasi partita allo Stadio Olimpico.
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