Roma, novembre 24 (Xinhua) – L’Italia è diventata il primo Paese al mondo a vietare la produzione, la vendita e l’importazione di carne coltivata, che deriva da un metodo prodotto dalla coltivazione di cellule animali. Macellazione di animali.
Il divieto si estende anche all’uso di parole che denotano prodotti tradizionali a base di carne come “salame” e “bistecca” per commercializzare alternative alla carne a base vegetale.
Il Parlamento italiano ha approvato la nuova legge dopo mesi di dibattito. La violazione delle norme comporta una multa fino a 60.000 euro (65.800 dollari americani).
Il divieto dell’Italia arriva mentre altri paesi, tra cui Germania e Spagna, stanno investendo molto nella ricerca per migliorare il processo di produzione della carne coltivata.
I sostenitori sostengono che la lavorazione della carne coltivata sia più sostenibile perché ha un impatto ambientale minore rispetto alla produzione di carne derivata da animali. La carne coltivata può anche essere più sana perché non richiede l’uso di ormoni e antibiotici e costa meno della carne di provenienza convenzionale.
Secondo un post sui social media del ministro dell’Agricoltura Francesco Lolloprigida, la mossa mira a proteggere le tradizioni culinarie italiane e i posti di lavoro nel settore agricolo.
“L’Italia è il primo Paese al mondo a essere al sicuro dai rischi sociali ed economici del cibo artificiale”, ha scritto Lollopricita.
All’inizio di quest’anno, l’Italia ha fatto un piccolo passo avanti verso la produzione e la vendita di alimenti a base di insetti stabilendo linee guida su come tali prodotti dovrebbero essere identificati sul mercato. Tuttavia, potrebbero passare diversi anni prima che questa fonte di proteine diventi ampiamente disponibile in Italia.
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