L’immediato impatto di Mateo Retegui in Italia ha portato Roberto Mancini a valutare ulteriori opzioni per gli azzurri rispetto alla doppia cittadinanza.
Redegui, nato in Argentina, ha segnato al suo debutto internazionale con l’Italia nella vittoria per 2-1 contro l’Inghilterra giovedì e ha ritrovato la rete tre giorni dopo nella vittoria per 2-0 contro Malta in una partita di qualificazione a Euro 2024.
La scelta dell’attaccante ha acceso il dibattito più vicino a casa, con l’attaccante azzurro Mario Balotelli che in precedenza aveva suggerito a Mancini di avere abbastanza opzioni offensive per essere convocato dall’Italia.
Ma l’allenatore Mancini è stato incoraggiato dallo sviluppo iniziale di Redegui e ha rifiutato di escludere mosse simili in futuro.
Ha detto nella conferenza stampa post-partita: “Redegui è un marcatore, non è una cosa da poco. Questo è quello che abbiamo visto quando lo abbiamo seguito. Ha ancora bisogno di tempo, ma sta segnando e questa è una qualità importante.
“Ha le qualità di un centravanti, ma ora dobbiamo aspettare, dobbiamo dargli tempo. È come uno studente in una nuova scuola: deve imparare tutto. Però ha aperto la partita, che non è cosa da poco.
“Retegui sarà una buona cosa in Serie A, penso che gli darà più forza, potrà imparare la lingua e di conseguenza potrà comunicare meglio con i compagni”.
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Incalzato sulla possibilità di selezionare altri nativi non italiani, Mancini ha aggiunto: “Sì, è possibile. Abbiamo una piccola percentuale di giocatori in Serie A. In Svizzera, 15 su 20 sono nativi.
“Il Belgio è lo stesso. Francia, Germania, Inghilterra sono nativi. Fino a pochi anni fa avevamo giocatori forti e non ne avevamo bisogno.
“Altri hanno fatto cose per noi, spesso hanno preso i giocatori che abbiamo sviluppato e noi faremo lo stesso”.
L’Italia è a tre punti dall’Inghilterra nel Gruppo C, con gli Azzurri fuori dai giochi fino alla semifinale di giugno della Nations League contro la Spagna dopo la vittoria su Malta.
“Dobbiamo lavorare e fare le cose giuste”, ha detto Mancini a Sky Sport Italia. “Diciamo sempre le stesse cose e diventiamo loquaci.
“Lavorare è una parola grossa perché non c’è tempo, abbiamo tempo per ripristinarli, non c’è tempo per preparare qualcosina”.
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