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Muore il famoso commerciante italiano e amministratore delegato di Piaggio Colaninno

Roberto Colagno partecipa alle celebrazioni per il 50° anniversario dello scooter Vespa Primavera al Museo Piaggio di Pontedera, Italia, 19 aprile 2018. REUTERS/Alessandro Bianchi/File Foto Acquisizione diritti di licenza

ROMA (Reuters) – L’imprenditore Roberto Colagno, presidente e amministratore delegato del produttore di scooter Piaggio e uno dei più noti affaristi italiani, è morto, ha detto sabato la società di investimento IMMSI.

Ha compiuto 80 anni la scorsa settimana. Nessuna causa di morte è stata data.

Kulanyo è stata una figura fondamentale nel panorama industriale del paese, riuscendo a ribaltare una serie di aziende in fallimento, ma lasciando anche un’eredità aziendale mista.

È meglio conosciuto per la sua acquisizione a sorpresa da 58 miliardi di dollari di Telecom Italia (TLIT.MI) nel 1999, all’epoca la più grande acquisizione ostile al mondo.

Molti investitori lo hanno salutato come la mente dell’affare, ma gli alleati sono rimasti delusi dai suoi piani per tagliare la montagna di debiti che aveva creato e lo hanno costretto a vendere il controllo del gruppo al produttore di pneumatici Pirelli (PIRCMI) dopo soli due anni.

Mentre Telecom Italia faticava a riprendersi da un onere debitorio che ne aveva prosciugato le finanze per anni, Colano uscì dall’affare con una fortuna tutta sua, che gli permise di acquistare IMMSI (IMSI.MI), una società immobiliare di telecomunicazioni che trasformò in un’impresa di investimento.

Nel 2003, dopo che i suoi tentativi di rilevare la casa automobilistica Fiat furono respinti, rivolse la sua attenzione a Piaggio, produttore dello scooter Vespa, che era caduto in disgrazia.

Lo ha tirato indietro dal baratro, espandendo rapidamente le sue attività in Asia, in particolare in India, Cina e Vietnam. Il gruppo ha registrato risultati record per la prima metà di luglio.

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Con Piaggio di nuovo in attivo, Colagno ha cercato di far rivivere un’altra icona italiana in difficoltà, la compagnia di bandiera Alitalia, investendo pesantemente nella compagnia aerea nel 2008 e diventandone presidente.

Tuttavia, come molti prima di lui, non è riuscito a ribaltare l’azienda, che alla fine è stata chiusa. È stato processato l’anno scorso, insieme ad altri 13 imputati, per bancarotta fraudolenta della compagnia aerea. Ha negato ogni addebito.

Il caso non è ancora arrivato in tribunale.

Colano ha iniziato la sua carriera presso il produttore di componenti per auto Fiam, quindi è entrato a far parte di uno dei giganti del business italiano, Carlo De Benedetti. Hanno fondato una società di finanziamento, Sogefi, che ha acquistato Fiamm dal suo proprietario britannico e l’ha trasformata in uno dei fornitori di ricambi auto di maggior successo in Europa.

De Benedetti in seguito chiese a Colaninno di farsi carico della sua azienda Olivetti in difficoltà. Colano rinunciò all’unità informatica in perdita dell’azienda e si concentrò sul business telefonico, che in seguito utilizzò come veicolo per lanciare l’offerta di Telecom Italia.

Gli sopravvivono due figli, Mateo e Michel, e sua moglie, Aurita.

(Segnalazione di Crispian Palmer) Montaggio di David Holmes

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