venerdì, Novembre 8, 2024

Port Hedland, Broome è tra le regioni australiane a diventare inabitabile nei prossimi 100 anni

Il cambiamento climatico renderà inabitabili tre grandi regioni australiane entro la fine del secolo se le temperature continueranno a salire al ritmo attuale.

Si prevede che Port Hedland, Darwin e Broome vengano tutti espulsi dalla “nicchia climatica umana”, il che significa che la temperatura e l’umidità nella regione sarebbero troppo estreme per la sopravvivenza umana.

Ciò fa seguito a una recente ricerca dell’Università di Exeter, pubblicata sulla rivista Science sostenibilità della natura – che ha calcolato il costo che l’inazione climatica porterebbe agli esseri umani sulla base di politiche governative inadeguate.

Il rapporto ha rilevato che due miliardi di persone vivranno in aree con una temperatura media superiore a 29°C, il punto in cui scientificamente il benessere diminuisce, la produttività del lavoro diminuisce e i tassi di mortalità aumentano.

Queste tre regioni sono solo alcune delle molte aree dell’Australia che saranno interessate dal drastico cambiamento di temperatura, con il 20% dell’Australia destinato a risentirne.

A Darwin, un aumento di 3°C significa che 265 giorni all’anno le temperature saliranno sopra i 35°C, un numero appena sotto la temperatura. Accademia australiana delle scienze Lo considera “fatale”.

icona della fotocameraLe aree soggette a un calore senza precedenti sono coperte da una densità di popolazione mondiale di 9,5 miliardi (2070) al di sotto di 2,7°C di riscaldamento globale (a) e 1,5°C di riscaldamento globale (b).

credito: sostenibilità della natura

Attualmente, il riscaldamento globale è di 1,2°C, ma una nuova ricerca dell’Organizzazione meteorologica mondiale afferma che esiste una probabilità del 66% di raggiungere 1,5°C una volta nei prossimi cinque anni.

Sebbene il rapporto rilevi che limitare il riscaldamento globale a soli 1,5°C consentirebbe alla maggior parte delle regioni globalmente colpite di rimanere in una “nicchia climatica”, si stanno causando danni irreparabili alle persone, alla fauna selvatica e agli ecosistemi.

“Nonostante l’aumento degli impegni e degli obiettivi per affrontare il cambiamento climatico, le attuali politiche lasciano ancora il mondo sulla buona strada per raggiungere i 2,7°C di riscaldamento globale entro la fine del secolo”, afferma il rapporto dell’Università di Exeter.

“Questi risultati evidenziano la necessità di un’azione politica più decisa per ridurre i costi umani e le disparità causate dal cambiamento climatico”.

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