domenica, Novembre 17, 2024

Puro e semplice: come i documentari sulla natura sono diventati la risposta del cinema all’ASMR | Film

The Truffle Hunters è un documentario, ma è uno dei film di fuga più realistici dell’anno. C’è molto da assaporare: la dolce campagna piemontese; L’esperienza semi-mistica di questi antichi e vivaci uomini italiani; I legami tra loro e i loro cani. la semplicità dei loro stili di vita, in armonia con il mondo naturale e non complicati da interventi moderni; E naturalmente il cibo che puoi quasi assaggiare. Questo è lo stile di vita che immaginiamo nell’era digitale, immaginiamo di fare i bagagli nel nostro lavoro, come Daniel Day-Lewis che farà scarpe.

I paesaggi CGI sono ora popolari nei multiplex. Alcuni di loro, come Luca di recente creazione della Pixar, cercano di simulare digitalmente la posizione di un villaggio italiano simile a quello de I cacciatori di tartufi. Ma è la vera esperienza rurale che molti di noi ora bramano. Silenzioso, semplice, sensuale e rassicurante, è l’equivalente cinematografico di ASMR.

I cacciatori di tartufi sono stati descritti come la “terra di miele dell’anno”, riferendosi al documentario del 2019 che si concentra sugli apicoltori selvatici nella remota Macedonia del Nord (le api sono selvatiche, non lei). Ho spuntato molte delle stesse scatole in termini di splendore pastorale e pazienza di osservazione e produzione che avrebbero portato una piccola fortuna al mercato degli agricoltori. Per non parlare della nostalgia per uno stile di vita che sta scomparendo. Honeyland è stato salutato come uno dei migliori film dell’anno, Dead End. Ha vinto nomination all’Oscar non solo per il miglior documentario, ma anche per il miglior documentario internazionale.

Prima d’ora, tali film erano una tantum, come Le Quattro Volte a Cannes, un altro studio sulla pastorizia italiana. O l’Happy Werner Herzog e Dmitriy Vasyukov: A Year in the Taiga, i cui semplici piaceri includevano guardare un cacciatore di pellicce siberiano fare un albero su un paio di slitte con solo un’ascia. Per non parlare di opere di “slow cinema” come quella di Lisandro Alonso la Libertad (su un elicottero di legno argentino), o Two Years at Sea di Penn Rivers (su un eremita scozzese).

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Ora, però, la frequenza sembra aumentare. My Octopus Teacher, vincitore dell’Academy Award di quest’anno per il miglior documentario, ha attinto allo stesso sentimento, quando il regista ha voltato le spalle alla sua stressante carriera in favore di un impegno di guarigione naturale. L’accattivante Gonda nei cinema segue ancora i maiali di una fattoria e i suoi maiali con dettagli sorprendentemente intimi (puoi chiamarlo “fly on design”), e il vincitore del Sundance Acasu, Petit, su una famiglia rumena funky espulsa dal loro Eden ai margini del Bucarest.

In un mondo ideale, questi film potrebbero spingerci ad agire per preservare questi paesaggi e stili di vita, o almeno mettere in discussione le nostre relazioni interrotte con la natura, ma se vivessimo in questo mondo, non avremmo bisogno di film come I cacciatori di tartufi. È un segno sicuro che qualcosa si è rotto quando la nostra immaginazione si avvera.

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