Rhiannon Giddens, che promuove il banjo in stile vintage e la sua tanto amata viola, ha aperto l’Edinburgh Tradfest di quest’anno con una scaletta straordinariamente ampia, scrive Jim Gilchrist.
Rhiannon Giddens e Francesco Turrisi, Assembly Rooms, Edimburgo *****
È un’artista audace che apre il suo set con un tocco pieno di sentimento, ma Rhiannon Giddens è rimasta nella sala per il Tradfest della serata di apertura di Edimburgo con un’esibizione incantatoria di Oh Death, urlando appassionatamente sopra il crepitio e il cinguettio del tamburo a mano di Francesco Torrisi.
La canzone tradizionale è stata, tra l’altro, un riconoscimento della morte, come ci ha ricordato molto acutamente la recente pandemia di Covid-19, ma ha anche toccato le preoccupazioni del cantante che ha sollevato Carolina sulle ingiustizie della storia afroamericana, mentre al stesso tempo che ha portato all’interesse del collezionista di canzoni prominente in altre culture musicali.
Quindi, c’era la grinta e la spavalderia di Bye Bye Baby Blues – “il blues più sfrenato che conosco”, o omaggio al tipo di ironia favorito da artisti del calibro di Bessie Smith, ma anche i ritmi fluttuanti di un tradizionale Canzone d’amore italiana o le lamentele gaeliche Griogal cridhe (un toccante promemoria Ma è per gli schiavi che succhiano il gaelico dai loro proprietari nella Carolina del Nord).
Con Giddens che sfoggiava un banjo in stile vintage e un violino molto amato, e un polistrumentista Turrisi che spaziava da batteria, banjo, fisarmonica e pianoforte, ci sono stati grandi intermezzi strumentali, ma forse ciò che ha colpito la maggior parte delle canzoni come We Shall Not Essere commossi, investiti di dignità Rinnovabili, o costruire la propria casa, con una serie di deliberate ingiustizie.
Un breve ma impressionante set di apertura è arrivato dal violinista Roo Geddes e dal fisarmonicista Neil Sutcliffe.
Presentati semplicemente come Roo & Neil, tuttavia, non c’era nulla di casuale nella loro collaborazione di archi e ance, che incorpora elementi folk, jazz e classici, ingannevolmente rappresentati qui dai richiami degli uccelli e dalle maree alle variegate melodie castigliane prima di oscillare nel pizzicato— Ragtime basato su un bel finale.
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