domenica, Novembre 17, 2024

“Sama”: Alla scoperta delle somiglianze tecniche tra India e Italia

Il documentario indo-italiano ‘SAMA’, diretto da Oner, esplora la lunga storia delle tradizioni classiche dei due paesi e il loro legame con gli stili contemporanei.

Le arti visive non sono sempre il soggetto più facile su cui girare un film. e Honor – meglio conosciuto per opere come la premiata antologia nazionale, io – Non ha mai provato niente del genere prima. Ma l’anno scorso il 52enne ha viaggiato attraverso l’India (per quanto difficile fosse nel mezzo della pandemia), SAMA: Simboli e gesti nell’arte contemporanea italiana e indianaVolume uno, Un documentario indo-italiano.

“Non è un documentario tecnico, ma un viaggio per vivere e comprendere la lunga storia dell’arte nel contesto della natura, della cultura e della tradizione”, spiega Oner, che lo ha scritto con la regista italiana Alessandra Galletta. “Per me, il bello sta nel trovare fili diversi con elementi in comune perché è questo l’essenza dell’umanità”. Come la poesia, aggiunge, “dove vengono utilizzate lingue diverse per esprimere gli stessi sentimenti. Vedi la natura, le tradizioni, i modelli, le forme e i colori, ad esempio, che risuonano con il Kashmir”. [with those] In Gujarat, con la sua differenza. Questo ha cambiato il modo in cui vedo l’aspetto e il design e influenzerà il modo in cui vengono girati i film”.

conversazioni a ponte

Sama significa “simile” in sanscrito e latino, il che lo rende un titolo appropriato per il film e lo scopo dietro. Guidato dai produttori e curatori culturali Mina Mukherjee e David Quadrio, il film è iniziato come un’indagine più approfondita sul sentimento che il duo ha toccato per la prima volta alla loro mostra del 2021 ad Artissima. “Stavo già collaborando con David e aveva senso guardare all’India e all’Italia perché sono alle due estremità del ‘percorso’ tecnico dell’Asia e dell’Europa”, dice Mukherjee. “Gli artisti che abbiamo intervistato sono in costante dialogo con persone nuove e molto vecchie, ed entrambi i paesi hanno una lunga storia di estetica che attinge alle tradizioni classiche e le mette in dialogo con gli stili contemporanei”.

Gli artisti Marzia Migliora nel suo studio a Torino e Rekha Rodoitia a Baroda

Artisti Marzia Migliora nel suo studio a Torino e Rekha Rodoitia a Baroda | Fonte immagine: ArtHub Asia

Il film di 70 minuti – commissionato da ArtHub Asia e Engendered – è stato proiettato poco più di un mese fa ad un pubblico selezionato presso l’Istituto Italiano di Cultura di New Delhi. Mentre il pubblico ha tracciato il rallentatore di Chikara attraverso il lago Dal del Kashmir, le acque in aumento di Venezia e la potente esibizione di una compagnia di ballo italiana tagliata da un’inquadratura del cantante bengalese Powell, sono anche entrati nei silenziosi studi degli artisti dell’India e L’Italia, parlando del loro lavoro e dei loro processi: dalle sculture in vetro italiane ai dipinti Brillante arte indiana contemporanea, aiutandoli a collegare i punti che sono il nostro patrimonio culturale.

“Sono sempre stato interessato alle arti, ma da quando ho lasciato Calcutta e [moved to] Mumbai per lavorare a Bollywood, ho perso i contatti con lei”, condivide Oner. “Quindi, quando Myna mi ha chiamato per questo progetto, ho detto subito di sì. Era un modo per esplorare diverse forme d’arte, incontrare artisti e viaggiare”.

Paravati Baul, cantante dei Baul di Pulpur nel Bengala occidentale, in una foto del film

Paravati Baul, cantante dei Baul di Pulpur nel Bengala occidentale, in una foto del film | Fonte immagine: ArtHub Asia

tutto collettivo

Il film contestualizza l’arte indo-italiana contemporanea indagando la semiotica (lo studio dei segni e dei simboli) che li circonda nella storia e nella cultura. “stesso Permette al pubblico di intravedere l’estetica delle due regioni, che sono concepite come un continuum collettivo di diverse narrazioni che riflettono le voci di artisti attraverso i continenti e pratiche artistiche contemporanee eterogenee, dice Mukherjee. “Stanno anche scavando artigianato raro e prezioso oggi in Italia e in India”.

Gli artisti Ranbir Kalika a New Delhi e Stefano Arente nel suo studio a Milano, nelle foto del film

Gli artisti Ranbir Kalika a New Delhi e Stefano Arente nel suo studio a Milano, nelle foto del film | Fonte immagine: ArtHub Asia

Il progetto ha coinvolto 50 artisti provenienti da entrambi i paesi, e comprende nomi come il fotografo e regista Chiba Chachi, il cantante folk Parvathi Powell, l’artista multimediale Ranbir Kalika, il designer Andrea Anastazio, il coreografo Alessandro Ciaroni e gli artisti Rica Rodoitia, Marzia Migliora e Stefano Arente. e Tanya Joel.

Onir inizierà le riprese del secondo volume a luglio/agosto e il secondo film si concentra sull’astrazione, la religione e il modo in cui si confronta con l’arte e l’estetica. allo stesso tempo, stesso Viaggerà ai festival cinematografici internazionali, prima di essere distribuito sulla piattaforma OTT.

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