sabato, Novembre 16, 2024

Statue di pugili dell’età del ferro rinvenute nella negropoli sarda Italia

I resti di due statue di pugili dell’età del ferro sono stati ritrovati nella negropoli di Mont’e Prama in Sardegna.

Recenti scoperte scolpite nella roccia calcarea dalla civiltà nuragica, insieme a numerose statue di pugili, lottatori e arcieri, sono state scavate dagli anni ’70 e sono conosciute come i “Giganti di Monte Brahma”.

I tronchi cavi, insieme ai loro frammenti, sono identificati come raffiguranti Guardia Boxer, perché il loro corpo è coperto di armatura. Sono simili alle altre due statue rinvenute nel 2014 a pochi metri dal sito di Capras, sulla costa occidentale dell’isola italiana.

La scoperta arriva dopo che nuovi scavi iniziati all’inizio di aprile nella parte meridionale della Grande Negropoli.

“Si tratta di una scoperta eccezionale”, ha affermato il ministro della Cultura italiano Tario Francisco, che ha affermato che farà ulteriore luce sull’antica cultura mediterranea. “Due nuovi gioielli si aggiungono alla misteriosa bellezza di queste statue”, ha detto.

Gli archeologi hanno portato alla luce un grande tumulo funerario con tombe datate dal 950 a.C. al 730 a.C.

I bauli vuoti sono stati identificati come raffiguranti Guardia Boxer, perché il loro corpo è coperto di armatura. Foto: Ministero della Cultura italiano

Il sito di Mont’e Prama è stato scoperto per la prima volta nel 1974 da agricoltori locali. Si ritiene che le statue di guerrieri, alte da 2 a 2,5 metri, abbiano conservato tombe nella Negropoli. I sondaggi finora condotti in 170 cimiteri hanno rilevato che il cimitero è riservato quasi esclusivamente ai giovani.

La civiltà nuragica fiorì in Sardegna fino al II secolo d.C. Migliaia di grandi strutture in pietra a forma di torre conosciute come நுராகிSi trovano in tutta l’isola, sebbene il loro scopo originale sia sconosciuto.

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Alcune delle statue ritrovate a Mont’e Parma sono esposte al Museo Cabras dal 2014. Alla fine saranno esposte anche nuove statue.

Monica Stochino, Soprintendente al Ministero della Cultura per il Sud Sardegna, ha dichiarato: “Due tronchi grandi e pesanti devono essere pronti per essere liberati dai sedimenti che li circondano e recuperati in sicurezza”.

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