La condivisione di false informazioni politiche sui social media da parte degli utenti può essere associata ad aspetti della personalità come la schizotipia positiva e una serie di tratti tra cui paranoia, sospettosità e schemi di pensiero disturbati. Potrebbe anche essere collegato alla spinta alla sensibilizzazione secondo uno studio pubblicato il 26 giugno 2024 sulla rivista ad accesso aperto PLOS ONE da Tom Buchanan, Università di Westminster, Regno Unito, e colleghi.
La diffusione di false informazioni politiche sui social media mina la fiducia nelle notizie vere e contribuisce addirittura ai disordini sociali. Intenzionalmente o meno, una piccola parte degli utenti dei social media diffonde materiale falso.
Buchanan e i suoi colleghi si sono chiesti cosa distingue chi condivide materiale falso sui social media da chi non lo fa, e perché lo fa. Per fare ciò, hanno testato due categorie di fattori: differenze individuali tra gli utenti (come la personalità) e motivazioni degli utenti.
I ricercatori hanno condotto quattro studi individuali su un totale di 1.916 residenti negli Stati Uniti. I partecipanti non si sono sovrapposti tra gli studi.
- Lo studio 1 ha utilizzato un sondaggio online trasversale per esplorare la relazione tra le differenze individuali (ad esempio, schizotipia positiva, coscienziosità, stile decisionale) e la tendenza auto-riferita dagli utenti a condividere informazioni false.
- Lo Studio 2 ha ampliato lo Studio 1 esaminando le motivazioni dei partecipanti per la condivisione di informazioni false (ad esempio attività, manipolazione, intrattenimento).
- Nello Studio 3, i partecipanti (di cui sono state analizzate le differenze e le motivazioni individuali) hanno visualizzato una serie di titoli politici veri e falsi e gli è stato chiesto di indicare se avrebbero considerato di condividerli e se ciascuno fosse veritiero.
- Nello Studio 4, i ricercatori hanno valutato i tweet reali pubblicati dai partecipanti per determinare se i fattori identificati negli Studi 1, 2 e 3 fossero associati alla condivisione effettiva di materiale falso su Twitter.
In tutti gli studi, i ricercatori hanno trovato prove che la dissociazione positiva è associata alla condivisione di informazioni false, sia accidentalmente che intenzionalmente, anche se notano che le dimensioni dell’effetto sono piccole. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che la dissociazione positiva è associata al prendere decisioni basate sull’intuizione – e talvolta sui pregiudizi – piuttosto che sul pensiero riflessivo/deliberato, sebbene i ricercatori sospettino che il meccanismo possa essere complesso. Per quanto riguarda le motivazioni, i partecipanti hanno spesso riferito di aver condiviso informazioni politiche per ragioni di “sensibilizzazione”.
I ricercatori hanno notato i limiti dei loro studi: in alcuni casi le dimensioni ridotte del campione limitavano l’analisi esplorativa che poteva essere condotta e i partecipanti potrebbero non aver sempre saputo se le informazioni che condividevano erano false.
I ricercatori affermano che una migliore comprensione di chi condivide informazioni false e perché può aiutare a identificare e sviluppare strategie mirate per combattere la diffusione della disinformazione. Suggeriscono inoltre che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere i collegamenti tra la schizotipia positiva e la diffusione della disinformazione.
Gli autori aggiungono: “Tutti abbiamo visto false informazioni politiche sui social media, ma solo pochi di noi scelgono di condividerle. Questo studio ha dimostrato che le nostre motivazioni specifiche per la condivisione, così come le nostre caratteristiche psicologiche individuali, sono associate alla condivisione. .” materiale falso, accidentalmente o intenzionalmente”.
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