BRUXELLES (Reuters) – Il tentativo di Volkswagen di evitare di essere punito due volte per lo stesso reato nello scandalo Dieselgate dipenderà dal fatto che i reati siano identici o semplicemente simili, ha affermato giovedì la massima corte europea.
L’ultima parola spetterà al giudice italiano sulla base del rinvio presentato dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea con sede a Lussemburgo.
Il caso era incentrato sulla contestazione di Volkswagen contro una multa antitrust italiana di 5 milioni di euro (5,4 milioni di dollari) imposta nel 2016 per la sua pubblicità ingannevole su automobili dotate di dispositivi di controllo delle emissioni illegali.
La casa automobilistica tedesca ha affermato che non dovrebbe essere punita due volte per lo stesso reato dopo aver pagato separatamente una multa tedesca di 1 miliardo di euro nel 2018. Lo scandalo delle emissioni diesel è costato finora alla Volkswagen più di 32 miliardi di euro in rinnovi, multe e spese legali.
Nella sua sentenza del 2019, il tribunale italiano ha respinto il ricorso della Volkswagen, affermando che non vi era alcun doppio rischio perché la sanzione italiana derivava da una base giuridica diversa. La società ha portato il caso davanti al Consiglio di Stato italiano, che ha poi chiesto il parere della Corte di Giustizia Europea.
I giudici della Corte di giustizia hanno affermato che la doppia sanzione “può essere applicata solo quando i fatti a cui si riferiscono i due procedimenti o sanzioni in questione sono identici; non è quindi sufficiente che tali fatti siano semplicemente simili”.
Si tratta di un parere nella causa C-27/22 Volkswagen Group Italia e Volkswagen Aktiengesellschaft.
($1 = 0,9321 euro)
(Segnalazione di Fu Yun Che; montaggio di Mark Potter)
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